Vecchie Glorie: parliamo di Paolo Orlandoni

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Dopo avervi narrato le imprese di Landry Bonnefoi, oggi torniamo puntuali con un’altra puntata dedicata alla rubrica delle Vecchie Glorie del nostro campionato. Il protagonista dell’approfondimento odierno è un estremo difensore che ha vinto il Triplete con l’Inter, avendo anche disputato una partita in quella Champions League: Paolo Orlandoni. 

Nonostante una carriera da “gira-mondo”, il classe ’72 si è legato indissolubilmente ai colori nerazzurri, avendo fatto parte del club nella stagione ’90-’91 e poi dal 2005 al 2012. Insieme alla compagine lombarda, Orlandoni ha vinto ben 15 trofei ed è entrato nel cuore dei tifosi. 

La carriera di Paolo Orlandoni

Paolo Orlandoni nasce il 12 agosto 1972 a Bolzano, in Trentino Alto Adige, e fin da ragazzo entra a far parte di alcune squadre della città. Dapprima con il La Torre e successivamente con la Virtus Don Bosco, il ragazzo si fa notare e, nel 1990, viene ingaggiato dall’Inter. Nonostante la giovane età, Paolo Orlandoni è inserito nella rosa che vince la Coppa UEFA ’90-’91.

Tuttavia, la concorrenza in casa nerazzurra è troppa, ed il classe ’72 è costretto ad andare in prestito. Dal 1991 al 1998, ad ogni stagione, Paolo Orlandoni cambia casacca, disputando numerosi campionati di Serie C1 e di Serie B. 

Vecchie Glorie: parliamo di Paolo Orlandoni

Tante sono state le società che lo accolgono a braccia aperte, ma soltanto in tre di queste, il ragazzo trentino è riuscito a disputare più di 20 gare: con il Casarano; con la Pro Sesto e con l’Acireale. Nell’estate del 1998, poi, Paolo Orlandoni smette di girovagare per la nostra penisola. La Reggina, infatti, decide di acquistarne il cartellino, e nel ’98-’99 lo rende titolare della formazione granata. Grazie anche alle sue prestazioni, la squadra conquista la promozione in Serie A.

Nell’annata 1999-2000, quindi, il nativo di Bolzano compie il proprio esordio in massima serie, contro la Juventus, ma a gennaio viene lasciato partire, nuovamente in prestito, verso Bologna. 

La seconda parte di carriera di Paolo Orlandoni

Al Bologna, Orlandoni è subito designato come secondo portiere. In seguito ad una mezza stagione in terra emiliana, il ragazzo trentino viene girato nuovamente in prestito. Stavolta, la squadra che decide di puntare su di lui è la Lazio. Anche nella capitale, però, il classe ’72 è costretto ad accomodarsi in panchina: prima di lui, infatti, vengono schierati Peruzzi e Marchegiani. Con i biancocelesti, Orlandoni vince una Coppa Italia. 

Nel 2001, quindi, decide di firmare per il Piacenza, tornando in un club che sceglie di scommettere su di lui. Tra le fila dei bianco-rossi rimane fino al 2004-2005, giocando due campionati di Serie B e ben due annate in Serie A. Con il passaggio di Matteo Guardalben al Palermo, poi, Orlandoni diventa anche l’estremo difensore titolare (nel 2004-2005).

Nell’estate del 2005, tuttavia, decide di tornare “a casa”, nel club che lo aveva lanciato tra i grandi e che lo aveva prelevato da Bolzano quando aveva “solo” diciotto anni. All’Inter, l’ex-Reggina rimane fino al 2012, data del proprio ritiro, giocando in poche occasioni ma diventando un vero e proprio uomo spogliatoio.

Vecchie Glorie: parliamo di Paolo Orlandoni

Il 14 maggio 2006 esordisce con i nerazzurri, in un Inter-Cagliari di Serie A; successivamente ha anche il piacere di disputare la prima ed unica presenza in Champions League, a 38 anni, contro il Werder Brema. Con la casacca meneghina, il classe ’72 vince 5 scudetti, 3 Coppe Italia, 4 Supercoppe Italiane, una Champions League ed un Mondiale per Club.

La carriera da allenatore

Il 6 maggio 2012, in seguito al Derby di campionato vinto dall’Inter per 4-2, il portiere annuncia il proprio ritiro dal calcio giocato. Nonostante le scarpe appese al chiodo, l’estremo difensore trentino decide di proseguire la propria avventura nel mondo del football

Vecchie Glorie: parliamo di Paolo Orlandoni

Il 6 luglio 2012, infatti, l’Inter lo ingaggia come preparatore dei portieri della formazione Primavera, dando il là alla carriera da allenatore di Orlandoni. Il 25 giugno 2015, il classe ’72 firma per il Fenerbahce, diventando preparatore dei portieri della prima squadra. Il 26 luglio di due anni dopo, invece, si unisce a Claudio Ranieri, diventando prima il preparatore dei portieri del Nantes e, successivamente, dal 14 novembre 2018, quello del Fulham

Vecchie Glorie: parliamo di Paolo Orlandoni

In seguito alla parentesi straniera, nel 2019 Orlandoni rientra in Italia, riunendosi alla società nerazzurra, in qualità di collaboratore tecnico della Primavera e responsabile dei preparatori dei portieri di tutto il settore giovanile maschile e femminile. Infine, nel 2020 affianca Eusebio Di Francesco al Cagliari, nella stessa carica che aveva ricoperto anche altrove; nel 2021, invece, segue Alessio Dionisi al Sassuolo ed entra a far parte dello staff nero-verde. 

Il presente di Paolo Orlandoni

Oltre alla vita sportiva, Paolo Orlandoni sta portando avanti, nella vita privata, anche una sfida personale. Emma, la secondo-genita della famiglia, è nata affetta dalla sindrome di Down, e l’ex-estremo difensore è entrato a far parte dell’associazione Capirsi Down. Questo gruppo, infatti, dona supporto ai reparti di ostetricia e di neonatologia degli ospedali di Monza (soprattutto) per aiutare, anche nel vissuto quotidiano, le famiglie che devono fronteggiare questa sindrome. 

Vecchie Glorie: parliamo di Paolo Orlandoni

Oltre a questa bellissima iniziativa, Orlandoni anche sul campo ha saputo dimostrare di possedere delle grandi qualità umane. Nonostante sia sempre stato il terzo portiere dell’Inter, la tifoseria lo ha sempre amato e, il classe ’72, per questo, è entrato nel cuore dei supporters nerazzurri. 

Nonostante il ragazzo di Bolzano abbia avuto una carriera piena di alti e bassi, egli ha dimostrato di avere le capacità e le qualità per far breccia nel cuore di compagni, tifosi ed allenatori. Orlandoni, infatti, si è sempre comportato in maniera esemplare, sapendo ricoprire il proprio ruolo da professionista assoluto, rispettando sempre gerarchie e società nelle quali ha militato. Tutto questo lavoro dietro le quinte lo ha premiato, soprattutto all’Inter, dato il riconoscimento a lui offerto dalla Curva della compagine meneghina. 

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