La rubrica “Vecchie Glorie” targata 11contro11 si congeda, momentaneamente, dagli attaccanti, dedicando il suo ultimo capitolo a Rolando Bianchi. Un giocatore diventato quasi leggendario, con i propri compagni, in riva allo stretto di Messina, sponda Reggio Calabria. La sua carriera, tuttavia, è ricca di maglie indossate oltre a quella amaranto, a partire dalla nerazzurra dell’Atalanta fino alla bianca della Pro Vercelli. Tra le altre, poi, Bianchi ha lasciato il segno nella Torino granata, vivendo anche due importanti esperienze all’estero, al Maiorca e soprattutto nel Manchester City che ambiva a diventare grande.
La carriera di Rolando Bianchi: dai successi con l’Atalanta Primavera all’esplosione con la Reggina
Nato il 15 febbraio 1983 a Lovere, in provincia di Bergamo, Rolando Bianchi cresce calcisticamente proprio nella squadra del capoluogo lombardo, l’Atalanta. In nerazzurro ottiene due importanti successi nel campionato Primavera, nelle stagioni 2000/2001 e 2002/2003. Quella prima annata, tra l’altro, coincide con l’esordio in prima squadra, in Serie A, contro la Juventus. Una serie di intrecci, quella tra i piemontesi e il giocatore, che si sarebbe protratta anche successivamente. In particolare, una delle tappe fondamentali della carriera di Bianchi, resta senz’altro il primo gol tra i professionisti, realizzato in Coppa Italia proprio ai bianconeri, nel gennaio 2002.
Nel gennaio 2004, poi, arriva la chiamata del Cagliari allenato da Edy Reja. E con i sardi centra la promozione in Serie A dando un contributo di 2 gol. Dopo un’altra stagione in rossoblù, impreziosita dalla prima delle sue due realizzazioni stagionali nonché 48 totali in massima serie, passa alla Reggina di Walter Mazzarri. Tuttavia, almeno inizialmente, l’avventura all’ombra dello stadio Granillo sembra non iniziare nel migliore dei modi. Un brutto infortunio al ginocchio rimediato con la Nazionale under-21, infatti, lo induce a giocare sole 9 partite nell’arco dell’intera stagione, con un gol all’attivo.
La miracolosa stagione 2006/2007
Ma è l’anno dopo che la carriera di Rolando Bianchi subisce la definitiva esplosione. Infatti, l’attaccante forma, insieme a Nicola Amoruso, la celeberrima e stratosferica coppia che porta in dote 35 gol stagionali, 18 per il primo e 17 per il secondo. Un’intesa che trascina i calabresi a una meritata salvezza nonostante l’handicap di -11 punti in seguito ai fatti di Calciopoli. A punteggio pieno e con questo andamento, la Reggina avrebbe potuto cdentrare una storica qualificazione alla Coppa Intertoto. Ad ogni modo, questa impresa è valsa all’attaccante e ai propri compagni il conferimento della cittadinanza onoraria di Reggio Calabria.
Dalla breve parentesi a Manchester alla Pro Vercelli, passando per Lazio e Torino
Nell’estate del 2007 arriva per Rolando Bianchi un altro crocevia importante della propria carriera. È il Manchester City, in Premier League, che decide di fargli indossare, addirittura, la maglia numero 10. Quell’anno i citizens erano stati appena rilevati da una società facente capo all’allora primo ministro thailandese Thaksin Shinawatra. L’obiettivo dichiarato della nuova proprietà era quello di portare subito il club ai vertici del campionato più amato al mondo, nonché in Europa. La rosa della squadra, che annoverava, tra gli altri, vecchie e nuove conoscenze del nostro campionato come Valeri Bojinov, Ousmane Dabo e un giovane Felipe Caicedo, tuttavia, non si dimostrò all’altezza delle aspettative. E nonostante Bianchi avesse realizzato 5 gol in 27 apparizioni complessive, viene addirittura messo al bando da tifosi e addetti ai lavori. Tanto che, dopo soli sei mesi, decise di cambia aria, accasandosi alla Lazio.
Prima dei capitolini, tuttavia, si era fatto avanti il Torino. Destinazione rifiutata dall’attaccante, viste le proprie ambizioni, ma che comportarono un ambiente a lui ostile in occasione della trasferta biancoceleste in terra piemontese. Risultato: tanto nervosismo e un’espulsione rimediata per somma di ammonizioni nel giro di quattro minuti. Tuttavia, dopo 17 presenze e 4 gol complessivi, Bianchi torna sui suoi passi e accetta la corte del presidente Urbano Cairo, accasandosi in maglia granata. Nella sua prima stagione però, nonostante le 9 reti realizzate, il club retrocede in Serie B dopo appena tre stagioni.
Bianchi trascinatore del Torino, con la fascia da capitano
È proprio in questo frangente di massima difficoltà che l’attaccante si scatena, a livello personale, realizzando prima 24 e poi 19 realizzazioni in cadetteria, con tanto di fascia di capitano al braccio. E la soddisfazione del ritorno in Serie A la raggiunge, con i propri compagni, quando approda in panchina Gian Piero Ventura. Le ultime due stagioni a Torino lo portano a raggiungere 77 reti complessive, nonché l’undicesimo posto nella classifica marcatori all time del club. Il tutto senza alcun rimpianto per essere stato vicino, appena sei anni prima, come ammesso da lui stesso a Tuttomercatoweb, a quella Juventus eterna rivale dei granata e punita col suo succitato primo gol tra i professionisti.
Cosa fa oggi Rolando Bianchi: dalla passione per i cavalli al ruolo di opinionista, dopo le ultime esperienze da calciatore
Quella all’ombra della Mole Antonelliana resta l’ultima vera esperienza significativa a livello realizzativo per Rolando Bianchi, che dal 2013 in poi dà inizio a una girandola di trasferimenti, in ordine cronologico, a Bologna, nuovamente a Bergamo, poi Maiorca nella seconda divisione spagnola e infine Perugia e Pro Vercelli, in Serie B. Il bottino complessivo è di altri 14 gol, prima di appendere definitivamente gli scarpini al chiodo. Per lui anche 13 presenze con 7 reti nella selezione under-21 della Nazionale italiana, senza mai riuscire a raggiungere la soddisfazione di giocare anche con i “grandi”.
Dopo aver lasciato il calcio giocato, Rolando Bianchi ha intrapreso una nuova vita nello stesso ambiente, trasferendosi però nella tribuna stampa. Dal 2018 in poi, infatti, a Mediaset Premium prima e sulla piattaforma streaming DAZN poi, inizia una nuova carriera come opinionista tecnico delle partite, oltreché negli studi televisivi. Inoltre, come si evince dal profilo Instagram dell’ormai ex attaccante, dove è molto attivo e presente, coltiva da sempre, insieme al fratello Riccardo, una grande passione per i cavalli. Esemplari con i quali, tra l’altro, ha partecipato e partecipa tutt’ora a svariate competizioni. Il tutto sempre con quella stessa passione che lo ha sempre contraddistinto anche sul rettangolo verde.