Anche oggi torna puntuale la rubrica targata 11contro11, dedicata alle Vecchie Glorie del calcio nostrano. Dopo aver parlato di Domenico Morfeo, nell’appuntamento odierno, il calciatore posto sotto i nostri riflettori è Stefano Mauri. Il ragazzo di origine brianzola, infatti, ha militato per ben 14 anni nel campionato di Serie A ed è entrato nella storia di una grande società capitolina: la Lazio. Il classe ’80 è stato addirittura capitano della squadra biancoceleste, ed ha anche sollevato al cielo due Coppe Italia e una Supercoppa italiana.
La storia di Stefano Mauri è stata gloriosa, piena di gioie e di successi; l’unico neo in una carriera da ricordare è rimasto il suo coinvolgimento all’interno dell’inchiesta relativa al calcioscommesse. Nominato da Carlo Gervasoni durante le indagini della Procura Federale, il laziale venne condannato allo sconto di sei mesi di arresti domiciliari. In realtà, a differenza di quanto successo a Cristiano Doni, il lombardo visse soltanto dieci giorni di reclusione, salvo poi veder cadere le accuse a proprio carico perché, testualmente, “non ci furono i presupposti per applicare una misura cautelare”.
Dopo aver collezionato più di 300 gare in maglia biancoazzurra, Stefano Mauri ha poi scelto di chiudere la propria avventura con il calcio giocato in un club che aveva creduto in lui molti anni prima: al Brescia. A fine stagione 2017-18, infine, ha deciso di ritirarsi.
La carriera di Stefano Mauri
Stefano Mauri nasce a Monza, l’8 Gennaio 1980. La passione per il calcio gli viene trasmessa dal padre, che fin da quando è piccolo lo avvicina a questo mondo. Nel 1985 entra a far parte della Casati Arcore e capisce di avere le qualità per sfondare in questo ambiente. In lui crede il Monza, che lo aggrega alla sua formazione giovanile. Nel 1996, poi, passa al Brugherio, che nella stagione ’97-’98 lo fa debuttare nel campionato di Eccellenza. In 23 apparizioni, il classe ’80 mette a referto anche 10 reti, attirando su di sé l’interesse di un club di Serie D: il Meda.
Con la maglia dei brianzoli, Stefano Mauri ottiene la prima promozione della propria carriera. Dopo 30 presenze e 9 gol realizzati, infatti, il centrocampista conquista sul campo la partecipazione al campionato di C2. Durante la stagione 1999-2000 gioca nuovamente i playoff per accedere al torneo di C1 ma viene sconfitto in semifinale. Anche l’anno successivo, con il Meda, scende in campo 31 volte e segna un gol. A fine annata, però, arriva la chiamata del Modena, che decide di portarlo in Emilia-Romagna. Dopo 82 presenze e 12 marcature in LND, il lombardo compie il passo che darà la svolta alla sua carriera.
Modena, Brescia e Udinese: tra Serie A e Serie B
Nell’estate del 2001 si unisce al club gialloblu, che milita nel campionato di Serie B. L’esordio lo effettua in Coppa Italia, il 9 Settembre 2001, contro il Perugia. Il primo gol, invece, lo fa registrare il 6 Maggio 2002. A fine anno, dopo sole 9 apparizioni, i Canarini ottengono la promozione in Serie A. Il 14 Settembre 2002, quindi, Stefano Mauri gioca la prima partita in massima serie. Il primo gol della sua esperienza in A lo realizza il 6 Novembre, contro l’Atalanta, partecipando alla vittoria per 3-1.
Grazie alle sue 26 apparizioni, il centrocampista si fa notare da altri club nostrani, tanto che il Brescia, poi, decide di puntare su di lui. Nel 2003-2004 gioca in Serie A con la magia della Leonessa, agendo da trequartista alle spalle di Roberto Baggio. Il 31 Agosto esordisce con la sua nuova maglia; il 6 Gennaio successivo, invece, segna la sua prima doppietta nel nostro campionato, contro il Siena.
Le prestazioni sono di grande qualità, ed anche in zona-gol il ragazzo sa incidere (ben 7 le reti segnate). L’Udinese, nell’estate del 2004, decide quindi di acquistarlo, in comproprietà con il Modena, portandolo in Friuli. Qui, il 16 Settembre, Mauri gioca la sua prima gara internazionale, sfidando il Panionios in Coppa UEFA. Il 17 Ottobre trova il primo gol bianconero; il 16 Marzo 2005, poi, nel ritorno degli ottavi di finale di Coppa Italia, realizza una doppietta contro il Milan. A fine stagione le apparizioni saranno addirittura 40, condite da ben 7 gol, statistiche che contribuiscono ad uno dei più grandi traguardi della sua carriera: la qualificazione alla Champions League.
Stefano Mauri e la Lazio: una bella storia d’amore
L’Udinese, a fine stagione, riscatta il prestito dal Modena e acquista il calciatore. Purtroppo, però, dopo l’esordio in Champions League datato 10 Agosto 2005, contro lo Sporting Lisbona e dopo aver giocato il match contro il Barcellona durante la fase a gironi, Mauri non viene più utilizzato con continuità ed è costretto a cambiare aria.
Nel Gennaio del 2006 la Lazio sceglie di portare il centrocampista a Roma, riscattandolo poi l’estate successiva, per ben 3,1 milioni di euro. Nel 2006-07, sotto la guida tecnica di Delio Rossi, Stefano Mauri gioca da trequartista e segna anche 6 gol. In questa stagione il ragazzo brianzolo partecipa anche ad un raduno della nostra Nazionale. A fine campionato, poi, la squadra biancoceleste conquista l’accesso ai preliminari di Champions League.
Per arrivare al primo trofeo della sua carriera, Mauri deve attendere il 13 Maggio 2009, quando in Finale contro la Sampdoria la Lazio conquista la Coppa Italia, alla fine dei calci di rigore. In quell’estate del 2009, poi, la formazione guidata da Delio Rossi vince anche la Supercoppa Italiana, giocata a Pechino contro l’Inter. Mauri, in quest’occasione, addirittura serve l’assist per il secondo gol degli aquilotti.
Il Capitano gioca altre due finali di Coppa Italia
Nella stagione 2009-10 Edoardo Reja si siede sulla panchina laziale e cambia il modo di giocare di Mauri, facendolo tornare alle proprie origini. L’allenatore trasforma il classe ’80 in un cursore di centrocampo, che dal latino medioevale cursor indica il centrocampista di fatica e quantità. In questa annata segna un gol in Europa League, contro l’Elfsborg. Nel 2010-11 diventa capitano, in qualche occasione, data l’assenza “forzata” di Tommaso Rocchi.
L’anno successivo è caratterizzato da un serio infortunio, che costringe il ragazzo anche a recarsi in Germania per operarsi. La riabilitazione è lunga e il rientro in campo avviene solo in primavera. Il 4 Marzo 2012 Stefano Mauri scende in campo nel Derby contro la Roma e segna anche il gol che aiuterà i laziali ad uscire vincitori. Nel 2012-13 il nuovo tecnico Petkovic sposta Mauri nel ruolo di esterno sinistro, alle spalle dell’unica punta: Miroslav Klose. L’11 Novembre segna il 3-1 nel Derby cittadino; a Gennaio, a causa della partenza di Rocchi, ottiene la fascia di capitano. Il 26 Maggio 2013 Mauri e la Lazio vincono la Coppa Italia per 1-0, contro la Roma.
Dopo una squalifica lunga sei mesi, legata all’inchiesta relativa al calcioscommesse, nel 2014-15 segna 8 gol in Serie A (record personale) e il 20 Maggio 2015 perde la finale di Coppa Italia giocata contro la Juventus. Il 1° Luglio scade il contratto con la Lazio, ma a seguito della chiusura delle indagini da parte del Pubblico Ministero di Cremona, il 21 Agosto il classe ’80 rinnova con i capitolini per un’ulteriore stagione, a 800.000 euro annuali, rinunciando addirittura alla fascia da capitano. Il 13 Marzo, infine, il centrocampista gioca la 300esima gara in maglia biancoceleste.
Brescia, il ritiro e la Nazionale
A fine anno 2015-2016 Stefano Mauri non raggiunge i traguardi necessari per guadagnarsi la fascia da capitano e per metà stagione si allena con il Racing Club Roma, una formazione di Lega Pro. Infine, il 10 Gennaio 2017 sfrutta la chiamata del Brescia, che a distanza di tredici anni riporta il centrocampista in città. In seguito a 12 apparizioni e una sola rete segnata in Serie B, il classe ’80 decide di appendere le scarpe al chiodo.
La carriera di Mauri è stata importante e ricca di successo, tanto da garantirgli anche più di una convocazione in Nazionale. Il 17 Novembre 2004, infatti, quando ancora milita tra le fila dell’Udinese, Marcello Lippi lo convoca per la gara contro la Finlandia e lo fa esordire con la maglia azzurra. Fino al 2007 scende in campo per ben sei volte, rientrando tra i convocati anche sotto la guida di Roberto Donadoni. Infine, le ultime apparizioni le fa registrare con Cesare Prandelli in panchina. Il mister bresciano, infatti, lo convoca e lo fa giocare in una gara valida per le qualificazioni ad Euro2012, contro l’Irlanda del Nord, l’8 Ottobre 2010.
Le vicende legate al calcioscommesse
Indubbiamente il periodo più difficile della vita di Mauri, almeno dal punto di vista professionale, coincide con la squalifica ottenuta nell’Agosto del 2013. Sei i mesi di lontananza dai campi, che però, per il procuratore Stefano Palazzi, sarebbero dovuti essere di quattro anni e sei mesi.
L’iter giudiziario inizia alla fine del 2011, quando l’ex-calciatore Gervasoni, arrestato per aver combinato alcuni match, nomina anche Stefano Mauri tra i coinvolti. Il 28 Maggio 2012 il calciatore viene posto in custodia cautelare dal GIP di Cremona, dopo aver rinvenuto una scheda telefonica intestata al ragazzo. Quest’ultima sarebbe stata usata, secondo gli inquirenti, per concordare le combine delle due gare incriminate: Lazio-Genoa e Lecce-Lazio. Il 4 Giugno è condannato a scontare gli arresti domiciliari, perché la difesa è considerata “poco plausibile”. Dieci giorni dopo, però, viene scarcerato.
Nell’ottobre del 2012 la procura di Berna indaga su un versamento sospetto effettuato da Mauri sul conto dei genitori. In questo caso, però, interviene lo stesso Lotito (presidente laziale) per difendere il proprio tesserato, dichiarando che il classe ’80 fosse assolutamente estraneo ai fatti. I soldi, in effetti, sarebbero stati inviati per pagare le cure del padre.
La condanna e lo sconto della pena
Nel 2013 le accuse di Gervasoni decadono. Il sesto filone d’indagine, condotto dal procuratore Palazzi, però, deferisce Stefano Mauri e richiede ben quattro anni e sei mesi di squalifica. Le accuse sono quelle di: illecito sportivo e violazione dei principi di lealtà e correttezza. Gli anni richiesti, invece, sono così ripartiti: tre per il match Lazio-Genoa; sei mesi per Lecce-Lazio; sei mesi per i risultati conseguiti e sei mesi per aver violato il divieto di effettuare scommesse.
Il 2 Agosto 2013 viene condannato a scontare sei mesi di squalifica, relativi alla gara Lazio-Genoa, e viene prosciolto dalle altre accuse per mancanza di prove. Successivamente il giudizio viene sospeso per ulteriori indagini: il 2 Ottobre 2013 la Corte di Giustizia Federale infligge al n°6 una pena di 9 mesi, tre in più di quelli precedenti. Il 10 Gennaio 2014, però, dopo essersi appellato al TNAS, la sanzione viene ridotta ai sei mesi originari. Infine, nel Luglio 2019 il Tribunale di Bologna estingue l’accusa, che verteva su di lui, di partecipazione ad associazione a delinquere.
Il presente di Stefano Mauri
Appena dopo aver annunciato il ritiro, Mauri ha conseguito il patentino per allenatori UEFA B, valido per allenare fino alla categoria Allievi dei club professionistici e per gestire tutte le squadre di una società dilettantistica. Il 5 Dicembre 2017, addirittura, il classe ’80 ha ottenuto la licenza di direttore sportivo, rilanciando la propria carriera anche fuori dal campo. Da Agosto 2018, infine, è diventato opinionista per Radiosei, una radio che tratta principalmente di notizie legate alla Lazio.
Diplomato in elettronica e telecomunicazione, Stefano Mauri ha intrapreso una gloriosa carriera nel mondo del calcio. Nonostante il blocco dovuto alle dell’inchiesta relativa al calcioscommesse, il ragazzo brianzolo ha avuto la forza di risollevarsi e di continuare a difendere i colori laziali. I tifosi biancocelesti porteranno sempre nel cuore il successo in Coppa Italia del 2013, contro la Roma. Come se non bastasse, questi non potranno mai dimenticare l’uomo che, al triplice fischio, nella notte dell’Olimpico, alzò in alto il simbolo del loro trionfo: Stefano Mauri.