Vecchie Glorie: parliamo di Zé Maria, terzino instancabile

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Prosegue il consueto appuntamento con “Vecchie Glorie”, la rubrica targata 11contro11, che oggi racconta le gesta di José Marcelo Ferreira, più noto ai tifosi come Zé Maria. Terzino destro dinamico e dal piede educato, il brasiliano ha trascorso vent’anni della propria carriera in Italia, indossando le divise di Parma, Perugia e Inter. Per lui anche 26 presenze e una rete nella Nazionale carioca, con cui ha vinto la Copa America e la Confederations Cup nel 1997, nonché la medaglia di bronzo alle Olimpiadi di Atlanta, un anno prima. In seguito, lasciato il calcio giocato, la decisione di proseguire il proprio legame con questo mondo, nelle vesti di allenatore.

La carriera di Zé Maria: dagli esordi in patria all’arrivo in Serie A

Zé Maria nasce il 25 luglio 1973 a Oeiras, città situata nel Brasile nord-orientale, in una umile famiglia, con la madre che cresce da sola lui e i fratelli. Proprio uno di questi trasmette al giovane José Marcelo la passione per il calcio, a dispetto della normale apprensione della stessa madre. Dopo tanti calci dati a un pallone nelle vie cittadine, comincia a calcare il rettangolo verde vestendo diverse casacche. In particolare comincia col Portuguesa nel 1991, per poi passare al Sergipe e al Ponte Preta fino al prestigioso approdo nel Flamengo, dove vince il campionato Carioca.

Vecchie Glorie: parliamo di Zé Maria, terzino instancabile
Zé Maria, terzo in basso, da sinistra, con la maglia del Flamengo, nel 1996.

Le ottime partite disputate, unite alla propensione al gol, attirano l’attenzione di diversi club importanti. Come ammesso esplicitamente dal diretto interessato, in una recente intervista alla Gazzetta dello Sport, per Zé Maria si fa avanti addirittura il Real Madrid“Ero andato a parlare coi loro rappresentanti in Brasile. Mi avevano proposto un contratto di cinque anni. Tra me e Real era quasi tutto a posto. Io però volevo giocare in Italia, così ho alzato la richiesta ed è saltato tutto. L’ho fatto di proposito. Qualche giorno dopo è arrivata l’offerta del Parma“. 

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Zé Maria con la maglia del Parma, stagione 1997/1998.

E quella chiamata si concretizza, con l’approdo in Serie A del terzino destro, alla corte di Carlo Ancelotti. Nella prima stagione in Emilia, al fianco di due futuri campioni del mondo come Gianluigi Buffon e Fabio Cannavaro, il brasiliano totalizza 5 assist e un gol, contro l’Udinese, in 25 presenze totali. Nonostante altre 31 presenze totali, cinque delle quali in Champions League, resta in gialloblù un altro anno, per poi passare al Perugia di Luciano Gaucci.

Dalla consacrazione di Perugia al ritorno in patria, passando per i trionfi all’Inter

In Umbria, tuttavia, Zé Maria non riesce a imporsi da subito, totalizzando appena 11 gettoni di presenza. Per questo motivo, nel 1999 viene mandato a giocare nuovamente in patria, dove si accasa, in ordine cronologico, al Vasco da Gama, al Palmeiras e al Cuzeiro. Tornato a Perugia, il giocatore riesce ad esplodere definitivamente sotto la guida di Serse Cosmi e giocando al fianco di altri due futuri campioni del mondo come Marco Materazzi e Fabio Grosso

Il bottino personale in quattro anni trascorsi allo stadio Renato Curi è di 20 gol, dei quali 12 su calcio di rigore, e 8 assist. L’annata cruciale, invece, la vive nella stagione 2003/2004, toccando l’apice della propria esperienza perugina, con l’assist su punizione per Giovanni Tedesco nella finale di Coppa Intertoto vinta 0-2 contro il Wolfsburg e giocando, fino ai sedicesimi di finale, la Coppa Uefa. Allo stesso tempo, tuttavia, subisce con i propri compagni l’onta della retrocessione in Serie B, in seguito allo spareggio contro la Fiorentina. In estate, allora, cambia nuovamente maglia, accettando la prestigiosa chiamata dell’Inter di Roberto Mancini.

Con i neroazzurri Zé Maria gioca spesso, arrivando a totalizzare 41 presenze, eguagliando gli 8 assist già realizzati a Perugia. Allo stesso tempo, tuttavia, trova il gol in una sola occasione, nella vittoria interna per 2-0 sul Cagliari. Decisamente più importante, invece, il numero di trofei messi in bacheca: due Coppe Italia, una Supercoppa italiana e soprattutto lo Scudetto del 2006, assegnato a tavolino in seguito ai fatti di Calciopoli.

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Zé Maria con la maglia del Levante, stagione 2006/2007.

Quello stesso anno decide di trasferirsi in Liga spagnola, al Levante. In terra valenziana, tuttavia, ha inizio la sua fase discendente, con sole 13 presenze in campionato. Prima di appendere definitivamente gli scarpini al chiodo nel 2009, tuttavia, gioca per altre tre squadre. Sheffield United, nuovamente Portuguesa e infine Città di Castello, nell’Eccellenza italiana gli offrono gli ultimi contratti della carriera. Ma effettivamente gioca solo con la compagine brasiliana, non scendendo mai in campo, invece, con le altre due.

Zé Maria oggi: la nuova vita in panchina

Una volta smesso di giocare, come accennato, Zé Maria decide di intraprendere la carriera di allenatore, partendo proprio dall’Umbria. Dopo aver partecipato a uno stage con un esperto del mestiere come José Mourinho, inizia la propria carriera dal basso. Due piccole realtà come la PGS Don Bosco e il Città di Castello, che conduce al decimo posto in Serie D, le sue prime esperienze. In seguito arriva la chiamata del Catanzaro, nel girone C di Lega Pro – Seconda divisione, salvo, poi, finire precocemente il proprio incarico. Dopo aver conseguito il titolo di allenatore di Prima Categoria UEFA Pro, l’ex terzino brasiliano comincia a girare il mondo. 

Vecchie Glorie: parliamo di Zé Maria, terzino instancabile
Zé Maria oggi, in veste di allenatore.

In particolare allena prima il Ceahlaul, in Romania, dove viene esonerato due volte nel giro di sette giorni. Successivamente si trasferisce in Kenya, al Gor Mahia, dove vince il suo primo trofeo da tecnico: la Supercoppa nazionale. In seguito, poi, nel 2017/2018, torna in terra balcanica, precisamente al Tirana, in Albania. Anche qui Zé Maria compie una doppia impresa: riportare la squadra nella massima serie albanese, con 15 punti di vantaggio sulla seconda classificata, e vincere la Supercoppa nazionale. Attualmente, invece, si trova in patria, a San Paolo, dove si gode la propria famiglia in una casa di campagna, e continua a studiare da allenatore. Il tutto in attesa di una nuova sfida, magari in quell’Italia che tanto gli ha dato da giocatore e l’ha lanciato anche nella nuova vita di allenatore.

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