Ci sono alcune favole che che si raccontano ai bambini la sera per farli addormentare. Ce ne sono altre che vengono utilizzate per farci un film o un cartone animato, infine ce ne sono alcune per cui bisogna strapazzare gli occhi per crederci davvero. È quello che sta succedendo ai tifosi del Venezia, che questa mattina hanno potuto constatare che non è solo un sogno, che la favola è divenuta realtà e che l’anno prossimo i Leoni giocheranno in Serie A.
Il Venezia non milita nella massima serie dai tempi del patron Zamparini, sedotta, abbandonata in favore del Palermo e costretta a dichiarare fallimento. Da quel momento è stato un crocevia di rifondazioni e ripartenze.
Fino all’ultima del 2015, anno in cui una cordata americana, dalla quale spicca il nome di Joe Tacopina, la acquista. Nonostante quest’ultimo abbia ceduto le proprie quote nel 2020 la società è solida, e la speranza è che possa portare avanti per anni l’ambizioso progetto.
Venezia in Serie A: una partita al cardiopalma
Quella di ieri sera è una di quelle partite destinate a cambiare le sorti di un’intera città, e di rimanere nel cuore dei tifosi. Lo sa bene Paolo Zanetti, allenatore del Venezia, così come lo sa bene Venturato, mister del Cittadella.
A dire la verità l’inizio non è dei più promettenti per i Leoni, che soffrono la grande intensità degli avversari e faticano a rendersi pericolosi. Infatti il Venezia va sotto per il gol di Proia, per colpa dell’ingenuità di tutto il reparto difensivo.
Il tutto peggiora drammaticamente quando Mazzocchi, nel giro di due minuti, prende due ammonizioni sciagurate. Cittadella sopra di un gol e anche di un uomo, ai tifosi lagunari iniziano a tremare le gambe.
Un sogno così vicino fino a quel momento comincia ad allontanarsi, quello che però non manca è la volontà dei giocatori e la forza di crederci.
I ragazzi di Zanetti non mollano un centimetro, mai un segnale di resa, la Serie A è un obiettivo troppo importante per lasciarsi andare allo sconforto. Entra anche Bocalon, un ragazzo nato a pochi metri di distanza dallo stadio Penzo, e che Venezia ce l’ha nel cuore.
E chi se non lui, al minuto 93, poteva segnare il gol della tranquillità? Chi se non “Il Doge” poteva far esplodere un’intera città? Detto e fatto, rete e Venezia che vola in Serie A.
Una favola chiamata progetto
In molte favole c’è la presenza di un eroe, anche in questa lo troviamo, ed è il gruppo. Un gruppo che parte dai tifosi, che passa dalla società per arrivare ad allenatore e giocatori. L’unità di intenti che si è potuta assaporare quest’anno è uno dei motivi chiave del successo del Venezia.
Un progetto ambizioso con un allenatore giovane, preparato e che ora fa gola a molti club di Serie A. Una società seria che ha dimostrato di tenere veramente alla crescita del movimento calcistico dei Lagunari.
Tutto è sembrato viaggiare sulla stessa lunghezza d’onda, e il risultato è sotto gli occhi di tutti. Continuate a ruggire Leoni, e bentornati in Serie A.