Il Verona continua il suo momento d’oro, battendo la Juventus per 2-1, grazie al solito straripante Simeone. Gli uomini di Tudor si confermano imbattibili in casa e con un’altra grandissima prestazione, centrano il terzo successo consecutivo tra le mura amiche. La squadra di Allegri, invece, sembra essere ripiombata in un baratro di incertezze che ricorda molto quello di inizio stagione. Iniziamo l’analisi tattica di Verona-Juventus dando uno sguardo alle formazioni di partenza.
Tudor conferma il suo 3-4-2-1, ma rispetto alla trasferta di Udine cambia diversi uomini, a cominciare dalla difesa. Il terzetto davanti a Montipò è infatti costituito da Casale, Gunter e Dawidowicz. Sugli esterni, torna titolare Lazovic a sinistra, con Faraoni confermato a destra e i titolarissimi Veloso e Tameze al centro. Alle spalle di Simeone, unica punta, ritrova il posto dal primo minuto Caprari, schierato insieme a Barak.
Allegri risponde col solito 4-4-2 e con diversi cambi rispetto alla giornata precedente. In porta ritorna Szczesny, mentre accanto a Bonucci gioca capitan Chiellini titolare, con Alex Sandro e Danilo sugli esterni. A centrocampo, confermato Rabiot a sinistra, con Arthur, alla prima da titolare quest’anno, e Bentancur centrali, e Cuadrado a destra. In attacco Dybala a supporto di Morata.
Primo tempo: Simeone devastante e Juve annichilita
Per entrare nelle pieghe dell’analisi tattica di Verona-Juventus, è bene sottolineare un fattore determinante per il successo dei gialloblu. Nella prima frazione di gioco, la squadra di casa attua un pressing a tutto campo che soffoca gli avversari. Gli uomini di Tudor vanno uomo contro uomo con i giocatori della Juventus, ingabbiando in modo particolare Arthur, il regista basso bianconero.
Aggredendo molto alto, il Verona forza gli ospiti a commettere molti errori e a perdere palloni in zone pericolose. Ed è proprio grazie un recupero alto, su un errore in appoggio del playmaker brasiliano, che Simeone trova il gol del vantaggio. L’attaccante argentino si fa trovare pronto a ribadire a porta vuota il pallone respinto da Szczesny. La Juventus soffre terribilmente l’intensità e le ripartenze degli avversari, soprattutto sulla sinistra, dove Lazovic trova spazio alle spalle di Cuadrado. Gli inserimenti senza palla di Barak e i movimenti ad allargarsi di Caprari costringono la difesa bianconera a dilatarsi, consentendo facili ricezioni a Simeone. Il Verona sfrutta tutti gli spazi concessi dalla Juventus e dopo appena 3 minuti dal vantaggio, trova anche il raddoppio. Ancora una volta è Simeone a timbrare il cartellino, ma stavolta con uno splendido tiro a giro imparabile per il portiere polacco.
La Juventus, come sempre, alterna il sistema di gioco a seconda della fase della partita. Quando deve impostare, Alex Sandro si alza, mentre Danilo stringe la sua posizione, andando a costituire una difesa a 3. In fase di non possesso, invece, Cuadrado si abbassa per dare maggiore copertura. Al di là di numeri e schemi, però, la squadra di Allegri è letteralmente annichilita dall’intensità dei veneti. Oltre ai tanti errori di impostazione, i bianconeri faticano a trovare le punte, con Morata costantemente braccato da Gunter. Solo negli ultimi dieci minuti della prima frazione, la Juventus dà segnali di vita, grazie a Dybala, il più ispirato dei suoi. Dai piedi dell’argentino arrivano le poche occasioni pericolose, frutto di giocate combinate con Morata o coinvolgendo gli esterni, in particolare Alex Sandro.
Secondo tempo: ancora McKennie a segno
Dopo un primo tempo molto sotto tono, Allegri decide di mettere forze fresche a centrocampo, inserendo Locatelli e McKennie al posto di Rabiot e Bentancur. Arthur rimane il regista basso di una mediana a 3, con i neo entrati chiamati ad accompagnare l’azione offensiva. Nella ripresa, la squadra di Allegri è quanto meno più viva, alza il baricentro e comincia a mettere maggiore pressione al Verona, sempre grazie alle giocate di Dybala. Come fatto contro il Sassuolo, Allegri decide di puntare il tutto per tutto sulle fasce e così inserisce Bernardeschi e Kulusevski al posto di Cuadrado e Arthur. La Juventus torna così con a un più canonico 4-4-2 con esterni molto offensivi.
Nonostante la Juventus potenzi il proprio arsenale offensivo, Tudor decide di non snaturare la squadra e inserisce Bessa per uno stremato Tameze, arretrando Barak sulla linea mediana. La mossa di Allegri si rivela azzeccata, perché il texano trova la rete del 2-1 che riaccende le speranze bianconere. L’ex Schalke s’inserisce centralmente e scarica un gran destro che batte Monitpò.
Riaccorciate le distanze, la Juventus si riversa in massa nella metà campo avversaria, con Chiellini e, soprattutto, Bonucci attaccanti aggiunti. Il Verona non vuole farsi schiacciare troppo, così Tudor prova a rivitalizzare l’attacco, inserendo Kalinic al posto di Simeone. Nonostante il forcing finale, però, il Verona tiene botta e porta a casa i 3 punti.
Analisi tattica Verona-Juventus: le considerazioni finali
Il Verona di Tudor non smette di stupire, confermandosi l’incubo delle grandi. Dopo Roma e Lazio, anche la Juventus cade al Bentegodi, con l’allenatore croato che riesce a togliersi qualche piccola soddisfazione personale nei confronti della sua ex squadra. I gialloblu si godono un Simeone in grande spolvero e dimostrando una grande solidità. Nel prossimo turno, gli scaligeri sono attesi da un test importantissimo in casa della capolista Napoli.
La Juventus, invece, continua il suo momento negativo: oltre ai risultati, la squadra di Allegri sembra aver smarrito le certezze che l’avevano portata ad inanellare una serie di vittorie. I bianconeri appaiono poco compatti, distratti e subiscono la maggiore intensità degli avversari. Nelle ultime tre partite, la squadra ha raccolto un solo punto, chiudendo sempre in svantaggio il primo tempo. Ora la testa è all’imminente impegno di Champions con lo Zenit, da cui la Juventus deve uscire con un risultato positivo per risollevarsi da questo periodo difficile.