Una nuova stagione calcistica è ormai alle porte ma gli appassionati del calcio estero hanno ancora impresse negli occhi le prestazioni fornite dai “propri” club militanti in Premier League, Bundesliga o Ligue-1 durante l’annata 2020-2021. Se questi ultimi si fermassero ad analizzare il maggior campionato inglese o tedesco, non potrebbero che ammettere d’aver assistito ad un’annata speciale da parte di due squadre alquanto particolari: il Leeds United di Patrick Bamford e il Wolfsburg di Wout Weghorst.
Le due compagini, infatti, avevano approcciato la stagione con obiettivi umili e senza la tracotanza di puntare a traguardi poco realistici. In realtà, sia gli uni che gli altri si sono ritrovati, a fine anno, ad aver recitato il ruolo di vera sorpresa delle rispettive leghe. Gli Whites, da neo-promossi, erano partiti con l’ambizione di ottenere una salvezza tranquilla; i Die Wolfe, invece, avrebbero voluto “solamente” confermare il settimo posto dell’anno precedente.
I primi, tuttavia, si sono classificati noni in Premier League, stupendo davvero tutti: con 59 punti in graduatoria, i ragazzi di Marcelo Bielsa hanno sfiorato la qualificazione alla prossima Conference League, distante solo tre lunghezze. I secondi, invece, si sono posizionati al quarto posto, conducendo una stagione impressionante e battendo compagini del calibro di Eintracht Francoforte, Bayer Leverkusen e Borussia Mönchengladbach.
Wout Weghorst & Patrick Bamford: distanti ma simili
Il trait d’union che lega il club inglese con quello tedesco è la figura del calciatore che, più di tutti, ha cambiato le sorti delle annate delle due società: il centravanti. I numeri “9” delle due formazioni, infatti, sono stati l’ago della bilancia di un ultimo anno davvero propizio. Bamford e Weghorst, dunque, sono stati l’arma in più di Bielsa e di Glasner. I due attaccanti hanno trascinato le rispettive compagini a mete impronosticabili anche solo pochi mesi fa.
Le caratteristiche comuni ai due attaccanti
Partiamo con l’età dei due ragazzi: Weghorst e Bamford, infatti, sono quasi coetanei. Il primo è nato il 7 Agosto 1992; il secondo, invece, il 5 Settembre 1993. Oltre ad avere la stessa età, un altro tassello che li accomuna è quello di saper amministrare il pallone, anche spalle alla porta; entrambi, poi, sono abili di testa e sanno inserirsi alla perfezione alle spalle del diretto marcatore. Sia l’olandese che l’inglese sanno occupare l’area avversaria e hanno dimostrato di essere dei veri rapaci, se trovatisi a tu-per-tu con il portiere avversario.
Ambedue hanno svolto lunghi anni di gavetta, sbocciando solo con le maglie che ancora oggi indossano. I due numeri 9, infine, sono alla terza stagione con il Wolfsburg e con il Leeds United. La grande voglia di emergere ha fatto sì che i due coetanei siano riusciti a caricarsi sulle spalle il peso delle relative squadre e che siano stati in grado di trascinarle a traguardi inimmaginabili.
Ciò che differenzia Wout Weghorst e Patrick Bamford
Sia Weghorst che Bamford si sono consacrati con la maglia delle squadre che, tutt’oggi, detengono la proprietà del loro cartellino. Nonostante essi si assomiglino molto, almeno per il ruolo che ricoprono sul terreno di gioco, entrambi possiedono caratteristiche che l’altro non ha, all’interno del proprio bagaglio tecnico.
Bamford, infatti, sa partire anche maggiormente defilato, sull’esterno, per poi accentrarsi e provare la conclusione a rete. Il classe ’93, inoltre, sembra essere più costante rispetto al ragazzo olandese. In più, come ultima peculiarità, il giocatore allenato da Marcelo Bielsa è in grado di calciare in porta sia con il piede destro che con il piede mancino.
Weghorst, d’altro canto, ha vissuto un’annata caratterizzata da fiammate. Due sono stati i suoi periodi d’oro, che lo hanno anche fatto entrare all’interno della selezione Orange. Il nativo di Borne, tuttavia, è meno propenso (rispetto a Bamford) al movimento ma è più un rapace d’area. Il fiore all’occhiello di Weghorst, infine, è legato agli assist: nell’ultima Bundesliga, infatti, ha fornito ben 9 passaggi vincenti ai compagni.
Perché i due “9” non vengono sondati dalle italiane?
Il mercato italiano dei centravanti è in subbuglio. Inter, Atalanta e Roma, su tutte, han visto vacillare la posizione dei propri attaccanti. La compagine milanese e quella capitolina hanno anche perso il proprio n°9. Lukaku ha lasciato Milano per tornare a Londra, al Chelsea; Dzeko, al contrario, ha preso il posto del belga nello scacchiere nerazzurro. La Dea, invece, è stata condizionata dalle voci di mercato relative a Duvan Zapata ma il suo futuro non è ancora stato delineato.
Il quesito che ci si pone è dunque: perché le nostre italiane non han pensato di investire su due punte che l’anno scorso si sono rivelate anche adatte ad un calcio dinamico e tattico? Wout Weghorst e Patrick Bamford, infatti, sanno muoversi lontano dal pallone e sanno attaccare la profondità. L’olandese è abile nel far salire la squadra, nel ripulire i palloni e nel gioco areo, come Lukaku; il ragazzo di Grantham, invece, sa liberare gli spazi e riesce anche ad innescare i compagni, traendo fuori dall’area il diretto marcatore e lasciando i corridoi giusti per l’inserimento dei centrocampisti, come Immobile nella Lazio.
L’unico, ostacolo, probabilmente, è stato quello legato al costo delle operazioni. Il valore di mercato dei due si aggira attorno ai 30 e ai 22 milioni di euro. La Roma, tuttavia, ha acquistato Abraham pagandolo 40 milioni; l’Inter, invece, ha investito in un attaccante che ha ormai 35 anni e che è più vecchio di Lukaku. Alla luce di queste due mosse, il rammarico per non poter vedere neanche uno dei due in Serie A è tanto.
Weghorst e Bamford: la fortuna di Wolfsburg e Leeds
In definitiva, dunque, è molto probabile che i due ragazzi non approderanno in Italia, almeno non in questa finestra di mercato. Date le caratteristiche e anche i numeri fatti registrare nel 2020/2021, almeno uno dei due, in Serie A, avrebbe potuto recitare un ruolo da protagonista.
L’Atalanta, l’unica a non aver ancora mosso le proprie pedine offensive, proverà a tenersi stretto Zapata. L’Inter, invece, non ha la potenza economica per poter pensare di sborsare 40 milioni di euro per un ragazzo proveniente dall’estero e che poi si dovrebbe anche ambientare. Ecco perché, dunque, i tedeschi e gli inglesi si godono i propri numeri 9 e coccolano i centravanti che, anche quest’anno, saranno chiamati a trascinare le compagini in Champions (Wolfsburg) e, magari, in Europa League (Leeds).
Dopo una stagione strepitosa, almeno dal punto di vista personale, Wout Weghorst e Patrick Bamford proveranno a riconfermarsi, magari cercando di guadagnarsi ancor di più la stima del calcio internazionale, puntando a fare, la prossima estate, il grande salto in uno dei top club mondiali.