La pausa estiva è finita già da un po’, e con le altre rubriche targate 11contro11 è tornata anche “La famiglia nel pallone”, che nell’appuntamento odierno ripercorre le gesta di una coppia padre-figlio, ovvero Mario e Michele Somma. Calciatori entrambi, in seguito allenatore e opinionista televisivo il primo, ciò che li accomuna è senz’altro l’aver girato a lungo nelle realtà di provincia. Il tutto vissuto sempre con professionalità e attaccamento alla causa “sposata”, e le soddisfazioni non sono mai mancate, per nessuno dei due.
Mario e Michele Somma: la carriera da calciatore del papà
Prima di analizzare la carriera di Michele, è doveroso partire dal decano della famiglia, ovvero Mario Somma. Nato il 17 settembre 1963 a Latina, e sin da giovanissimo fa capire di voler intraprendere la strada che porta al rettangolo verde, ricoprendo il ruolo di difensore centrale. L’esordio tra i professionisti avviene nel 1981, con indosso una maglia prestigiosa come quella del Genoa, con cui totalizza 2 presenze in Serie B e 5 in Serie A due anni dopo, senza mai emergere particolarmente. Infatti, dopo questa parentesi, inizia un lungo viaggio nelle categorie minori. La compagine ligure dapprima lo manda in prestito alla Carrarese, dove trova il primo gol tra i professionisti, in Coppa Italia, e al Mestre e poi lo cede a titolo definitivo alla Cavese, squadra con la quale totalizza 51 presenze e altre 2 reti.
La Campania diventa presto una terra molto cara a Somma, in quanto gioca per diverse realtà di questa regione. In particolare quella a cui rimane particolarmente legato è la Salernitana, in primis dal punto di vista affettivo, in quanto è proprio in questa città che trova l’amore, la sua futura moglie Carmen. A questo si aggiunge anche il feeling sportivo, in quanto partecipa alla promozione in Serie B e vi fa poi ritorno nuovamente in terza serie, due anni più tardi, dopo la retrocessione dei campani. Nel mezzo la parentesi a Nola e altre tre esperienze ad Avellino, Turris e Pavia prima del ritiro dal calcio giocato, il tutto senza mai andare oltre la Serie C.
Dalla panchina agli studi televisivi: Mario Somma oggi
Appesi gli scarpini al chiodo, Mario Somma decide di rimanere nel mondo del calcio intraprendendo la carriera di allenatore. Anche in questo caso compie una lunga gavetta nei campionati minori, fino a quando nel 2002 non approda nuovamente alla Cavese. Con i metelliani ottiene i primi importanti successi della sua nuova vita in panchina, conducendoli alla promozione dalla Serie D alla Serie C2 e vincendo anche la Poule Scudetto. Un ascesa proseguita successivamente in Toscana, alla guida dell’Arezzo, condotto in Serie B e alla vittoria della Supercoppa di Serie C1. In questa circostanza si aggiudica anche la Panchina d’argento, nonché la prima chance nel calcio che conta.
Nel 2004, infatti, l’Empoli appena retrocesso in cadetteria punta su di lui per risalire subito. E Somma non tradisce le attese, conducendo gli azzurri alla vittoria del campionato con conseguente promozione in massima serie. La società anche per il nuovo campionato di Serie A decide di proseguire con l’allenatore laziale, il quale, tuttavia, viene sollevato dall’incarico a metà stagione, dopo otto sconfitte di fila. Questo rappresenta senza dubbio l’apice della carriera in panchina di Mario Somma, in quanto, nelle stagioni successive, collezionerà altre esperienze e altrettanti prematuri esoneri.
In cadetteria guida prima il Brescia, il Piacenza e il Mantova, salvato all’ultima giornata. Successivamente allena anche la Triestina, il Grosseto e il “suo” Latina. In Serie C va invece a Cosenza, torna alla Salernitana ma non inizia neanche la stagione per divergenze con la società, e vive le ultime, fugaci esperienze a Catanzaro e Potenza. Nel frattempo comincia a frequentare con una certa frequenza gli studi di Rai Sport. Nell’emittente nazionale ricopre il ruolo di opinionista in diverse trasmissioni, nonché seconda voce delle partite di Serie C. Il tutto sempre con la stessa passione e attaccamento a un mondo che gli ha dato tanto, al punto di trasmetterla anche al proprio figlio.
Mario e Michele Somma: la carriera del figlio
Come accennato, la storia familiare dei Somma passa da Salerno, dove Mario sposa Carmen e dalla cui unione, il 16 marzo 1995, nasce Michele. Un segno ulteriore, questo, del suo fortissimo legame col capoluogo campano. Quest’ultimo segue le orme del padre in tutti i sensi, in quanto anche lui diventa difensore centrale nella Polisportiva Carso, in provincia di Latina. A differenza del padre, tuttavia, comincia a muovere i primi importanti passi nel mondo del calcio nei settori giovanili di Juventus e Roma.
Proprio in giallorosso comincia a farsi notare maggiormente, al punto di partecipare alla vittoria della Supercoppa Primavera ed esordendo in prima squadra grazie a Rudi Garcia, nella trasferta vinta 1-2 sul campo dell’Atalanta. Successivamente i capitolini decidono di mandarlo in prestito prima all’Empoli, dove però non trova spazio, e poi al Brescia, dove totalizza 66 presenze in tre stagioni. In terra lombarda il figlio d’arte trova la giusta continuità, al punto di attirare l’attenzione del Deportivo la Coruna. Gli spagnoli, militanti in Segunda Division, lo soffiano al Bari in seguito al fallimento dei pugliesi, e lui ricambia con ottime prestazioni e trovando i suoi primi 2 gol in carriera tra i professionisti.
In seguito Somma fa ritorno in Italia, trasferendosi al Palermo, in Serie C. In rosanero gioca titolare la prima stagione e come riserva nella seconda. Anche in questo caso, tuttavia, fornisce un contributo prezioso per la promozione in Serie B dello scorso giugno. In estate, invece, il difensore resta in Sicilia, ma compie un vertiginoso balzo indietro di categoria, accasandosi al Catania. Nella compagine etnea, appena rinata dalle ceneri del fallimento e ripartita dalla Serie D, il giocatore è tra i titolari della formazione che sta lottando ai vertici del campionato. L’obiettivo, ovviamente, è di tornare presto nel calcio che conta, in modo da poter raggiungere nuovi e importanti traguardi così come papà Mario.