Giovani promesse: l’incontrista Eliot Matazo

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Eliot Matazo

Eccoci giunti al consueto appuntamento settimanale con la rubrica “Giovani promesse” targata 11contro11 alla scoperta dei talenti del calcio europeo. A differenza di tutti gli altri protagonisti approfonditi fin qui, il giocatore di cui andiamo ad occuparci nell’episodio odierno presenta delle caratteristiche molto diverse. Questo ragazzo, infatti, è la testimonianza vivente che nel mondo del pallone i numeri non sono l’unica chiave di lettura per stimare la bontà di un calciatore. In questo focus non parleremo né di statistiche da capogiro né di eleganza, qualità, tecnica o classe cristallina. No, ci soffermeremo su ben altre doti. Andremo a conoscere meglio, infatti, la solidità e l’energia di Eliot Matazo, centrocampista dell’AS Monaco.

La storia di Eliot Matazo: l’approdo al Monaco e il debutto tra i professionisti

Nato a Woluwe-Saint-Lambert in Belgio il 15 febbraio 2002 da madre keniota e padre belga, Eliot Matazo insegue fin da piccolissimo il sogno di diventare un calciatore. A 16 anni, terminata la scuola, lascia la patria e le giovanili dell’Anderlecht per emigrare in Francia, dove entra a far parte della famiglia del Monaco. Qui si forma e brucia le tappe, guadagnandosi l’approdo nella Squadra B dei monegaschi (luglio 2019). Appena un anno dopo, sempre in estate, ecco che viene aggregato alla prima squadra.

Giovani promesse: l'incontrista Eliot Matazo

Il 27 settembre del 2020 arriva il suo debutto ufficiale nel massimo campionato francese, subentrando nella ripresa nella sfida vinta dal suo Monaco sullo Strasburgo per 3-2. Da quel momento in poi, nei successivi 3 anni, comincia la lenta scalata di Eliot Matazo nelle gerarchie del club biancorosso, fino a divenire una pedina importante e quasi imprescindibile per i vari allenatori succedutisi sulla panchina monegasca.

Statistiche e dati numerici su Eliot Matazo

Nelle sue prime stagioni tra i professionisti, Eliot Matazo ha collezionato complessivamente 71 presenze con la maglia del Monaco, mettendo a referto 2 gol e altrettanti assist. Le sue statistiche sono andate via via crescendo col passare degli anni. Dalle 14 totali del 2020/2021 siamo passati alle 28 dell’annata seguente, per poi arrivare alle 29 dell’ultima. Di queste, 23 sono di campionato, 3 di Europa League, 1 in Coppa di Francia e le restanti 2 nel play-off di Champions League perso contro il PSV, ma che lo ha visto scendere in campo da titolare e giocare tutti e 90 i minuti in ambo le sfide. Il suo bottino realizzativo è alquanto scarno, ma come vi dicevamo in sede di introduzione, non è guardando i numeri che si può apprezzare appieno il valore di Eliot Matazo.

Mentre il giovane cresce e si fa strada in Ligue 1, le Nazionali giovanili del Kenya e del Belgio mettono gli occhi su di lui. Senza esitare troppo, Matazo declina le lusinghe del Paese nativo della madre, preferendo ad esso le più allettanti opportunità fornite dai Diavoli Rossi. Nel 2017 entra così a far parte della selezione Under-17, per arrivare poi al debutto con l’Under-21 nel settembre del 2021, divenendo stabile compagno di Charles De Ketelaere. Con l’ultima rappresentativa giovanile dei Red Devils, Eliot Matazo vanta 8 partite giocate, tra cui quelle dell’ultimo Europeo di categoria, ma ancora 0 gol

Giovani promesse: l'incontrista Eliot Matazo

Le caratteristiche tecnico-tattiche di Eliot Matazo

Creativo. Così si definisce Eliot Matazo, tanto nella vita privata quanto in mezzo al campo. In realtà, la fantasia, l’arte di improvvisare e creare non sono esattamente le doti che spiccano di più in lui. Ma allora, se non possiamo appellarci ad una tecnica sublime, a statistiche incredibili o alla classe sopraffina, perché menzionarlo tra le “Giovani promesse” del calcio europeo? Per il contributo quantitativo che riesce ad apportare.

Matazo è un centrocampista centrale, abituato a giocare in una mediana a 2 col Monaco, mentre in Nazionale ricopre il ruolo di perno basso della linea a 3. In questa situazione agisce un po’ come Tielemans, del quale indossa anche il numero 8. Tuttavia, le sue caratteristiche non lo fanno assomigliare né all’ex Leicester né tanto meno al suo idolo Fabregas, col quale ha avuto l’onore di condividere lo spogliatoio per 2 stagioni. Matazo non è un regista, un playmaker. Egli è piuttosto un interditore, un giocatore fisico che si presta più alla fase interdittiva e a quella di copertura che non all’impostazione.

Generosità ed energia al servizio della squadra

Parliamo, in parole povere, di un mediano vecchio stampo, meno propenso a farsi vedere per manovrare e più avvezzo a sporcare e rompere l’azione avversaria. Nonostante delle dimensioni non esattamente erculee (170 centimetri per 70 kg), Eliot Matazo è un grande guerriero, con uno spiccato senso della posizione e delle leve toniche che gli consentono di effettuare numerosi recuperi. La tecnica di base non gli manca, anzi, è più che discreta e riesce a metterla in mostra negli ultimi 20-25 metri. Tuttavia si tratta di una porzione di campo che lo vede poche volte protagonista nel corso di una partita ed è in virtù di ciò che si spiegano i suoi numeri alquanto poveri in termini di gol e assistenze vincenti. In compenso profonde sempre tanta energia e tanta corsa, favorite dalla giovane età e da una generosità notevole dispensata in ogni impegno.

Giovani promesse: l'incontrista Eliot Matazo

Il futuro di Eliot Matazo

Il futuro prossimo di Eliot Matazo è ancora a tinte biancorosse, avendo un contratto che lo lega al Monaco fino al 2026. In questi anni, il suo obiettivo primario non potrà non essere quello di continuare a crescere e migliorare. Innanzitutto, per confermare e irrobustire sempre di più la sua presenza da titolare nel club. Per farlo dovrà limare ancora alcune caratteristiche tecniche. Su tutte quella legata alla gestione del pallone, all’aumento dei tocchi (soprattutto non scolastici od orizzontali), alla personalità nel farsi vedere e trovare pronto per i compagni e, di conseguenza, divenire anche più determinante nell’ultimo quarto di campo. Sia con gli assist che con i gol, magari trovando maggiore coraggio per calciare di più verso la porta o lavorare sul tempismo e sugli inserimenti senza palla a sostegno dell’azione.

Solo così potrà raggiungere la piena maturità calcistica e diventare un centrocampista completo di grande livello. Ed è soltanto così che potrà aspirare sempre più anche a realizzare un altro obiettivo, un altro grande sogno. Quello di guadagnarsi la chiamata, prima, e di divenire una colonna, poi, della Nazionale maggiore belga, che necessita sempre più di nuove forze fresche e di un ricambio generazionale.

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