Con una sua rete in pieno recupero, nel match interno contro la Reggiana, Joel Obi regala al suo ChievoVerona il secondo posto in Serie B, in coabitazione col Monza, a -4 dalla vetta. Una bella rivincita, quella del giocatore nigeriano, dopo lo spiacevole episodio del match contro il Pisa di fine dicembre. In quella circostanza, infatti, l’attaccante dei toscani, Michele Marconi, l’aveva apostrofato con l’insulto razzista: “la rivolta degli schiavi”. Di conseguenza, pochi giorni fa il procuratore federale, dopo la denuncia dell’accaduto da parte della società clivense, ha deferito il trentunenne nerazzurro. Tuttavia, Obi resta concentrato sul rettangolo verde, e con i propri compagni punta al ritorno in massima serie, dove per anni era abituato a giocare.
La storia di Joel Obi all’Inter: alti e bassi e il gol nel derby
La stella nascente Joel Obi, nato nel 1991 e trasferitosi a Parma con la famiglia d’origine, passa all’Inter nel 2005, dopo aver ben impressionato nei tornei giovanili. Il ragazzo ha buone doti, tra le quali spiccano il dinamismo e la determinazione, e dopo aver fatto registrare progressi nella formazione Primavera, con 6 gol in 40 presenze in tre stagioni, José Mourinho decide di aggregarlo alla rosa dei grandi. Infatti, pur non scendendo mai in campo, rientra tra coloro i quali nel 2010 raggiungono il traguardo storico del Triplete.
Nel settembre successivo, poi, sotto la guida di Rafael Benitez, arriva l’esordio sia in Champions League contro il Werder Brema che in campionato a Cagliari. Tuttavia quelle sarebbero state stagioni complicate per i nerazzurri, e anche Obi ne risente. Allo stesso tempo però , prima di andare via, si toglie la soddisfazione di segnare la rete del pareggio nel derby contro il Milan, nel giorno del ritorno di Roberto Mancini in panchina, nonché la 500^ marcatura della storia nerazzurra nelle coppe europee. Cosa, quest’ultima verificatasi in occasione dell’1-3 sul campo del Neftçi Baku.
L’amara parentesi Parma e le difficoltà al Torino
Prima di lasciare definitivamente Milano, Joel Obi disputa una stagione, 2013/2014, nel Parma, squadra della città in cui, come detto, va a vivere da piccolo. Pur registrando solo 8 gettoni stagionali, tra l’altro senza reti, dà un buon contributo alla squadra guidata in attacco da Antonio Cassano e in panchina da Roberto Donadoni. Alla fine della stagione arriva per i ducali un incredibile sesto posto che significa preliminari di Europa League. Tuttavia, a causa dei primi problemi economici e i mancati pagamenti Irpef, il sogno si infrange, e inizia l’incubo che avrebbe portato al fallimento della stagione successiva.
Nel 2015, poi, passa al Torino. E dopo alcune stagioni di alti e bassi, soprattutto a causa di continui infortuni, la svolta arriva con l’approdo in panchina di Walter Mazzarri. Il tecnico livornese ritrova Obi dopo la parentesi all’Inter, e il centrocampista rinasce, andando addirittura a segno 5 volte nella stagione 2017/2018. Tuttavia ciò non basta per ottenere la conferma, e i granata, proprio nel calciomercato estivo, lo cedono, appunto, al Chievo Verona. Da segnalare che nello stesso anno fa parte della spedizione della Nigeria a Russia 2018, ma, pur contando 20 presenze totali in Nazionale, non scende mai in campo.
Esperienza in Turchia e l’obiettivo Serie A col Chievo, nel segno del 10
In gialloblù Obi vive un’altra stagione deludente, nonostante la rete contro il Bologna. Una stagione vissuta, tra l’altro, a metà, e terminata con la retrocessione del Chievo in Serie B. Nel gennaio 2019, poi, passa all’Alanyaspor in Turchia, ma a causa dell’ennesimo infortunio non riesce a dimostrare il suo valore. La cosa non frena il giocatore, che in estate torna e fa parte della rosa che punta all’immediato ritorno in Serie A, fallito dopo i playoff di fine stagione. Nel frattempo la società decide di puntare tutto sull’esperienza del centrocampista, conferendogli un prestigioso riconoscimento: la fascia da capitano e soprattutto la maglia numero 10.
Chi conosce e ama il calcio sa bene che, in genere, il 10 viene dato alla seconda punta o al trequartista, ovvero al giocatore di maggiore fantasia. I clivensi, invece, hanno deciso di premiare un atleta carismatico puntando sul fatto che, in un campionato combattuto come la cadetteria, in cui nessuno concede nulla, ci sarebbe voluto un guerriero alla guida dell’armata gialloblù. Una bella rivincita anche nei confronti di chi, malignamente, l’ha sempre classificato come giocatore di sola grinta ma senza i piedi buoni. E il campo, infatti, sta dando ragione alla società, che continua a sperare, come tutti i tifosi, in un vicino ritorno nel calcio che conta. Con Joel Obi in prima fila.