La Juventus batte lo Zenit per 4-2 nella prima sfida di ritorno della fase a gironi di Champions. Grazie a un Dybala illuminante e a un inarrestabile Chiesa, la squadra di Allegri si assicura la qualificazione agli ottavi e allontana per una notte le incertezze dell’ultimo periodo. Diamo uno sguardo all’analisi tattica della partita partendo dalle formazioni iniziali.
I bianconeri si dispongono col consueto 4-4-2, ma rispetto alla sconfitta di Verona, Allegri cambia tutti gli uomini del centrocampo. Chiesa e Bernardeschi sono gli esterni, mentre al centro ritrovano il posto Locatelli e McKennie. In difesa De Ligt viene preferito a Chiellini per far coppia con Bonucci. Intoccabili le due punte Dybala e Morata.
Anche i russi provano a rispondere con uno schieramento sulla carta speculare. Lovren guida la difesa affiancato da Chistyakov, con Karavaev e Rakitski sugli esterni. Centrocampo robusto con Wendel e Barrios centrali e ai lati Mostovoy e Sutormin, mentre davanti il riferimento centrale è Azmoun, assistito da Claudinho.
Primo tempo: partenza forte e qualche errore da parte della Juve
L’analisi tattica di Juventus-Zenit si apre con la ritrovata fluidità offensiva da parte dei bianconeri. I 4 gol ne sono la testimonianza più lampante, dopo tante partite in cui la squadra di Allegri ha faticato a trovare la via della rete. L’inizio della squadra di casa è pressoché ottimo, fatto di grande intensità, sia nel pressing che nella ricerca del vantaggio.
Alla grande aggressività si affianca però anche un netto miglioramento nella qualità della prestazione. Tale fattore è sicuramente favorito dalla posizione di alcuni uomini chiave. La Juventus, nel primo quarto d’ora, è incontenibile sulla destra, dove agisce Chiesa, supportato dalle sovrapposizioni di Danilo e dagli inserimenti di McKennie. L’atteggiamento dei bianconeri viene premiato al minuto 11, quando, sugli sviluppi di un calcio d’angolo, Dybala trova il gol del vantaggio.
Lo Zenit soffre terribilmente l’intensità degli avversari, tant’è che opta per una partita difensiva, abbassando Claudinho sulla linea dei centrocampisti propria nella zona dove la Juventus attacca maggiormente. Tuttavia, una volta andata in vantaggio, la squadra di casa comincia ad abbassare i ritmi e a concedere maggiore campo agli avversari. Nella seconda parte del primo tempo, gli uomini di Allegri cominciano a concedere troppi spazi e a commettere banali errori in impostazione. I russi approfittano del calo di concentrazione e al minuto 26 trovano il gol del pareggio. Karavaev sfrutta un mancato raddoppio di Chiesa e una pressione troppo morbida di Danilo. Il brasiliano non riesce a contestargli il cross che viene sfortunatamente deviato da Bonucci nella propria porta.
Secondo tempo: la Juve dilaga con uno straripante Chiesa
La Juventus riparte nella ripresa con la stessa aggressività dei primi minuti di gioco e costruisce diverse occasioni. Il più ispirato è sicuramente Dybala: l’argentino, partendo sul centro-destra, riesce a legare il gioco e a trovare diversi spazi per le sue conclusioni. Lo Zenit, però, non rinuncia ad attaccare, soprattutto sulla destra, e lascia qualche spazio di troppo alle ripartenze bianconere.
A questo punto, Allegri comincia ad invertire gli esterni, portando Chiesa sulla sinistra proprio per sfruttare lo spazio lasciato dagli esterni russi. Con questa mossa la partita svolta totalmente dalla parte dei bianconeri. L’esterno della Nazionale è totalmente incontenibile, trova maggiore spazio per attaccare in velocità e puntare i difensori avversari. Così al minuto 58 conquista il rigore trasformato da Dybala per il 2-1, poi 15 minuti dopo viene servito in campo aperto da Bernardeschi e in azione personale va a siglare il gol del 3-1.
Nonostante il passivo, Semak prova a stravolgere l’atteggiamento dei suoi, inserendo maggiore fisicità e freschezza all’attacco con Dzyuba ed Erokhin. Il tentativo di forcing dei russi se da un lato produce qualche occasione, dall’altro concede ancora più spazi alla Juventus, che con un’altra ripartenza trova anche il gol del 4-1 con Morata al minuto 82. Con la partita in ghiaccio, Allegri ridisegna la sua formazione, passando al 4-3-3 con gli ingressi di Arthur e Rabiot in mediana insieme a McKennie, e Kulusevski largo a sinistra al posto di Dybala. I cambi dello Zenit hanno però maggiore effetto, perché quasi allo scadere Azmoun trova il gol del definitivo 4-2.
Il lavoro a tutto campo di McKennie
Protagonista indiscusso e uomo chiave della gara è sicuramente McKennie. Dopo una buona prestazione nella partita d’andata, il centrocampista texano si conferma in questo periodo uno degli uomini più in forma. Allegri sembra avergli trovato la posizione ideale dove potersi esprimere al meglio ed essere utile alla squadra.
L’analisi tattica di Juventus-Zenit non può prescindere da un breve focus sulla partita dell’ex Schalke. Seppur schierato nei due centrali di centrocampo, McKennie non gioca in linea con Locatelli, ma in verticale. Questo gli consente di poter accompagnare l’azione sia inserendosi nel cuore dell’area, sia proponendosi leggermente più defilato sulla destra a supporto di Chiesa.
Occupa sempre bene l’area, fungendo da vero e proprio centravanti della squadra quando Morata si allarga sulla sinistra. Talvolta si posiziona al limite dell’area per liberare spazio a Dybala per ricevere palla e accentrarsi per la conclusione, o a Chiesa permettendogli di puntare l’uomo e crossare dal fondo. Inoltre, sembra aver recuperato una forma fisica eccellente, che gli consente di essere brillante per tutti i 90 minuti e di compiere anche grandi giocate.
Analisi tattica Juventus-Zenit: considerazioni finali
Dopo un brutto periodo in campionato, la Juventus ritrova il sorriso con una grande serata europea. Tante le note positive sul taccuino di Allegri. In primis la conferma dell’ottimo stato di salute di diversi giocatori e un ritrovato Morata, autore di una partita molto generosa. Lo spagnolo non è ancora quello dei momenti migliori, ma la rete segnata può averlo sbloccato.
Da rivedere ancora qualcosina a livello difensivo e sulla tenuta della concentrazione per tutti i 90 minuti. Quest’aspetto è sicuramente quello che la squadra di Allegri ha smarrito e che deve ritrovare nel più breve tempo possibile, anche perché prossimamente arriva a Torino la Fiorentina.
Con la sconfitta allo Stadium, lo Zenit dice invece quasi matematicamente addio ai sogni di qualificazione agli ottavi. La squadra russa, assoluta dominatrice in patria, si dimostra non ancora all’altezza del proscenio europeo e si gioca ora col Malmo quanto meno il terzo posto, valevole per un posto in Europa League.