La consueta rubrica targata 11contro11, “La famiglia nel pallone”, nell’appuntamento odierno va ad analizzare le carriere dei fratelli Giampaolo, Marco e Federico. Il primo, dopo una lunga gavetta e una carriera da calciatore non particolarmente esaltante, è riuscito ad affermarsi stabilmente, come allenatore, alla guida di compagini di massima serie, con alterne fortune. Il secondo, invece, ha seguito le orme del maggiore, ma da calciatore è riuscito sicuramente a incidere maggiormente, arrivando a giocare persino in Serie A, con le maglie di Bari e Salernitana.
I fratelli Giampaolo: la carriera da calciatore di Marco
Marco Giampaolo, il maggiore dei due fratelli, nasce il 2 agosto 1967 a Bellinzona, da una famiglia di origini abruzzesi, più precisamente di Giulianova, trasferitasi per questioni lavorative. Dopo appena un anno questa fa ritorno nella propria terra d’origine, e Marco inizia a coltivare la passione per il calcio, crescendo come centrocampista nel settore giovanile della squadra locale e arrivando a esordire con la prima squadra in Serie C2. Dopo quattro stagioni in giallorosso si trasferisce prima al Gubbio e poi al Licata, trovando in quest’ultima circostanza il primo gol tra i professionisti. Successivamente veste la maglia del Siracusa, dove trova altre 2 reti.
Dopo l’esperienza siciliana arriva il punto più alto della carriera da calciatore di Giampaolo, quando si accasa alla Fidelis Andria, in Serie B. In Puglia la stagione non è particolarmente felice per la squadra, a causa della retrocessione in Serie C1, ma il giocatore è il più presente in campo, con 36 gettoni, trovando anche una rete nel pareggio per 1-1 sul campo della Pistoiese. Questa avrebbe potuto rappresentare la tappa della svolta, ma la stagione successiva, quando si trasferisce al Gualdo, un brutto infortunio alla caviglia lo costringe a dire stop al calcio giocato e a ritirarsi dall’attività agonistica. Tuttavia, da quel momento, nonostante tutto sembrasse finito, questo sport non avrebbe smesso di far parte della sua vita.
Da Ascoli a Cagliari: le prime tappe della carriera da allenatore di Marco Giampaolo
Una volta appese forzatamente le scarpette al chiodo, il maggiore dei fratelli Giampaolo decide di intraprendere una nuova carriera, quella dell’allenatore. Dapprima, tuttavia, viene ingaggiato come osservatore a Pescara, per poi diventare vice di Giovanni Galeone in prima squadra. Successivamente ricopre lo stesso ruolo nella sua Giulianova e a Treviso, prima che arrivi la prima vera svolta, nell’esperienza ad Ascoli, in Serie B. La società bianconera, infatti, scommette su di lui nonostante non abbia ancora l’abilitazione come allenatore, e proprio per questo gli viene affiancato Massimo Silva. Una mossa sicuramente azzeccata alla luce dell’ottimo sesto posto in campionato con conseguente promozione d’ufficio in Serie A dopo il caso Genoa, nonostante la sconfitta in semifinale playoff contro il Torino.
Così facendo il tecnico abruzzese di trova ufficiosamente alla guida di un club di massima serie per la prima volta, ma questa manovra viene sanzionata dalla procura federale con due mesi di squalifica. Un dazio sicuramente dolce di fronte all’ottima annata dei marchigiani, che finiscono al decimo posto il campionato, conseguendo una salvezza più che tranquilla. Nel frattempo Marco Giampaolo ottiene l’abilitazione ad allenare, e per lui arriva la chiamata del Cagliari, venendo tuttavia esonerato a ridosso della pausa natalizia e per poi essere richiamato a fine febbraio, dopo la parentesi Franco Colomba. Anche in rossoblù conduce la squadra alla salvezza, ottenuta con una giornata d’anticipo. La stagione si ripeterebbe la stessa altalena di esonero e richiamo, ma l’ex Ascoli non ci sta, rifiutando di tornare in panchina, in attesa di una nuova avventura.
Dall’exploit di Siena alla rinascita di Empoli, passando per la parabola discendente
Tempo pochi mesi e nell’estate del 2008 arriva per Marco Giampaolo la chiamata del Siena, ancora una volta per centrare la salvezza. Un obiettivo centrato non solo in tranquillità ma anche centrando alcuni importanti record: quello di punti, 44, e quello di vittorie in campionato, 12. Un’annata sicuramente esaltante che tuttavia, invece che essere apripista per tante altre, avrebbe rappresentato il punto più alto prima di una lunga parentesi di amarezze, professionalmente parlando.
La stagione successiva, infatti, viene confermato alla guida del Siena, ma paga con l’esonero dopo 10 giornate un inizio al di sotto delle aspettative. Sorta analoga anche nelle sue successive esperienza a Catania e Cesena, mentre a Brescia è lui stesso a rassegnare le dimissioni già a fine settembre, non presentandosi nemmeno per guidare l’allenamento in seguito alle contestazioni dei tifosi lombardi. Un estraniamento progressivo quello dal giro degli allenatori richiesti, al punto che torna ad allenare a stagione in corso alla Cremonese, in Serie C, arrivando ottavo in campionato. Tante ombre che, tuttavia, avrebbero fatto da apripista a una nuova luce.
A scommettere su di lui ci pensa infatti l’Empoli, neopromosso in Serie A e voglioso di raggiungere una salvezza tranquilla puntando sulla mentalità delle prime squadre del tecnico abruzzese. Scommessa vinta con convincente successo, visto il raggiungimento del decimo posto da parte del club toscano, capace di imporre il proprio gioco anche alle compagini più blasonate del campionato.
Sampdoria croce e delizia, flop Milan e Torino
Nonostante Empoli gli abbia consentito di tornare alle luci della ribalta, il maggiore dei fratelli Giampaolo nel 2016 sposa la causa della Sampdoria, che punta a fare un campionato tranquillo. E se il numero 10 aveva contraddistinto i piazzamenti di Ascoli e proprio Empoli, lo stesso si ripete anche a Genova, dove l’allenatore regala ai tifosi blucerchiati anche la soddisfazione di vincere due derby su due, come non accadeva da ben 57 anni. Rendimento confermato e migliorato anche le due stagioni successive, quando i blucerchiati mietono anche vittime eccellenti come Juventus e Milan. Proprio la compagine rossonera, estremamente colpita dalla filosofia e dalle idee del tecnico abruzzese, decide di dargli la grande chance di allenare la prima squadra.
Tuttavia quello genovese rappresenta un nuovo apice prima di una nuova discesa della propria carriera. All’ombra della Madonnina, infatti, l’esperienza di Giampaolo non va oltre ottobre, dopo un avvio da record, in negativo, viste le 4 sconfitte nelle prime 6 partite di campionato, come non avveniva da 81 nella storia del Milan. In seguito ha la possibilità di rifarsi al Torino, ma anche qui non va oltre la prima metà della stagione, lasciando la squadra al terzultimo posto. L’ultima tappa della carriera e di nuovo la Sampdoria, condotta alla salvezza la scorsa stagione e lasciata all’ultimo posto in quella attuale, prima di venire esonerato dopo 8 partite. Il tutto in attesa di trovare una piazza che gli consenta di rilanciarsi nuovamente, mostrando ancora una volta la versione migliore del proprio lavoro.
I fratelli Giampaolo: la carriera da calciatore di Federico
Federico Giampaolo, il minore tra i due fratelli, nasce invece il 3 marzo 1970 a Teramo. Così come Marco, anche lui cresce nel settore giovanile del Giulianova, ricoprendo il ruolo di trequartista. Nel 1987, inoltre, arriva a esordire e segnare in prima squadra, in Serie C2, e le ottime qualità tecniche vengono notate addirittura dalla Juventus, che decide di portarlo a Torino. In bianconero, tuttavia, non colleziona alcuna presenza, se non in Primavera. Lasciato il capoluogo piemontese, intraprende un lungo peregrinare per l’Italia, cominciando dallo Spezia, in terza serie, dove segna 4 volte. Successivamente ha l’occasione di esordire in massima serie, con la maglia del Bari, e non fallisce, trovando il suo primo gol nella sconfitta per 4-1 nel derby di Foggia.
Il rendimento migliora ulteriormente nell’annata in Serie B all’Hellas Verona, con 5 reti all’attivo. Ma è dopo la parentesi Palermo che la sua carriera svolta con decisione, quando abbraccia la causa del Pescara. In biancazzurro il giocatore trova la sua stabilità e la giusta dimensione, diventando un simbolo del “delfino”. In Abruzzo sono 35 le reti segnate, con due allenatori in particolare che ne hanno saputo esaltare le caratteristiche, ovvero Francesco Oddo e Delio Rossi. Dopo quattro stagioni Giampaolo cambia aria e si trasferisce al Genoa, voglioso di tornare in Serie A. Pur vivendo una buona stagione a livello personale, con 10 reti, i rossoblù non riescono tuttavia ad andare oltre il nono posto.
Dall’apice di Salerno al ruolo di recordman a Pescara
Nel 1998 Federico Giampaolo accetta l’offerta della Salernitana, fresca di promozione in Serie A e guidata dalle sue succitate vecchie conoscenze, Rossi prima e Oddo poi. Con la maglia granata il trequartista abruzzese vive l’esperienza più importante in massima serie, collezionando 23 presenze e 3 reti, una delle quali decisiva nella vittoria interna contro la Roma. Numeri e statistiche comunque inutili ai fini della salvezza dei campani, che tornano in cadetteria dopo solo un anno.
Dopo questa delusione il più giovane dei fratelli Giampaolo decide di ritornare dove meglio aveva fatto in assoluto, ovvero a Pescara, dove resta per altri 5 anni, intervallati dall’anno col Cosenza, condotto alla salvezza con 5 centri personali. In maglia biancazzurra riesce invece a dare un contributo importante soprattutto nella stagione 2002-2003, quando con altri 9 gol contribuisce al ritorno in Serie B dopo i playoff. Federico, inoltre, diventa un simbolo del “delfino” a tutti gli effetti, occupando il secondo posto nella classifica degli uomini con più gol e più presenze nella storia del club.
Lasciato definitivamente il capoluogo abruzzese, il trequartista ha modo di incrociare il cammino del fratello Marco all’Ascoli, scendendo in campo, tuttavia, solo in Coppa Italia, e traferendosi quindi al Modena prima e al Crotone poi, giocando per l’ultima volta in Serie B con queste maglie. Le ultime tappe della carriera di Federico Giampaolo sono tutte in terza serie: Cavese, Sorrento e Noicattaro. Particolarmente significativa è l’esperienza nella costiera della provincia partenopea, dove con un suo gol nella finale contro la Cremonese contribuisce alla vittoria della Coppa Italia di Serie C. Il migliore dei modi per chiudere una carriera ricca di soddisfazioni e iniziarne un’altra sempre nel mondo del calcio.
Federico Giampaolo oggi: sulle orme di Marco
Una volta appesi gli scarpini al chiodo, nel 2010, Federico Giampaolo ha deciso di seguire le orme del fratello Marco, intraprendendo la carriera di allenatore. Il tutto ripercorrendo alcune delle tappe della carriera da calciatore. Infatti, dopo aver ricoperto il ruolo di vice sempre al Noicattaro, la prime vere esperienze alla guida di una squadra sono quelle nelle Primavera di Bari e Pescara. Successivamente arriva la prima chiamata alla guida di una prima squadra, quella del Vallée d’Aoste, in Serie D, seguita da quella come vice di Luca D’Angelo alla Fidelis Andria.
Dopo la parentesi andriese, Giampaolo ha intrapreso definitivamente la strada dell’allenatore titolare, dapprima nel Bari under-17, poi nell’Avezzano, nella Recanatese e nell’Aquila, per poi tornare alla corte dei pugliesi all’inizio di questa stagione, nuovamente in Primavera. Il tutto tutto nella speranza di trasmettere come il fratello maggiore un’idea di gioco precisa alle giovani leve, coltivando il sogno di avere presto una chance anche nel calcio che conta.