Il fallimento del Chievo Verona sancisce la fine della favola del club veneto.
Com’è ormai noto, tutti gli organi della giustizia sportiva avevano escluso il club dalla Serie B, ma quest’ultimo poi era poi ricorso alla giustizia ordinaria per tentare di ribaltare il verdetto. Il TAR, però, “ha respinto l’istanza cautelare monocratica”.
Il miracolo Chievo Verona
3 giugno 2001: una data scalfita nella storia del club veneto. Il piccolo Chievo, che come borgo conta 2500 abitanti, batte la Salernitana con il risultato di 2-0 davanti a 13.000 persone e conquista la promozione in serie A. L’allenatore è Luigi Delneri, che si era messo in luce come tecnico della Ternana.
Il Chievo Verona raggiunge la vetta del calcio italiano, superando il fallimento di diverse annate. Nella stagione successiva, 2001/02, il club acquisisce l’etichetta di Cenerentola. Secondo i pronostici degli esperti, infatti, la compagine scaligera sarebbe stata sopraffatta e rispedita subito in Serie B.
L’esordio avviene il 26 agosto 2001: il club clivense è ospite della Fiorentina. Al Franchi, la squadra esce tra gli appalusi. Il Chievo Verona vince grazie alle reti di Perrotta, che si rivelerà giocatore cardine di questa squadra, e al gol di Marazzina, che blinderà il risultato. Il girone d’andata è quasi prefetto, con delle vere imprese, come la vittoria al Meazza contro l’Inter di Ronaldo e Vieri.
All’inizio del girone di ritorno la squadra ha un calo ma riesce comunque a mantenersi sempre tra la quinta e la sesta posizione. Fino all’ultimo, i mussi volanti danno battaglia per il quarto posto, chiudendo però quinti in classica, ad un solo punto di distanza dal Milan. Il miracolo Chievo Verona prende forma.
La Juve infrange il sogno Europa
La stagione successiva vede l’esordio dei veneti in Europa. Nel primo turno della Coppa UEFA 2002-2003 i giallo-blù affrontano gli insidiosi rivali della Stella Rossa. A Belgrado la gara termina sullo 0-0; al “Bentegodi”, però, i serbi prevalgono con due reti di margine. In campionato la squadra di Delneri chiude al quinto posto il girone d’andata, battendo il più quotato Milan al Bentegodi e la Roma all’Olimpico.
Nel girone di ritorno, a causa anche delle cessioni nel mercato invernale, la squadra ha un rendimento incostante. Al fotofinish, i clivensi si trovano quinti in classifica, in lotta con Udinese e Parma per la qualificazione in Coppa UEFA. L’ultima partita a Torino, con la Juventus, riserva una beffa. I bianconeri, nonostante il titolo già vinto, vincono per 4-3 in una gara combattuta, costringendo il Chievo a chiudere il campionato al settimo posto ed escludendolo dalla successiva Coppa Uefa.
Il ritorno in serie B
Gli anni passano e il Chievo Verona riesce sempre a rimanere in massima divisione. L’unica retrocessione è quella della stagione 2006-2007, quando i veneti giocano addirittura la Champions League. L’annata più tribolata in assoluto, tuttavia, è quella del 2018-2019.
La squadra è penalizzata da un calciomercato in entrata bloccato a causa della vicenda delle plusvalenze fittizie, avvenute tra il 2014 e il 2017. I tre punti di penalità sono una zavorra in più su un inizio di campionato molto difficile. Esonerato Lorenzo D’Anna, il club tessera l’ex ct della nazionale, Giampiero Ventura, che, però, dopo solamente quattro partite (tre sconfitte e un pareggio) presenta le proprie dimissioni. A quel punto, si siede sulla panchina vacante Domenico di Carlo, che riesce a conquistare i primi punti.
Nel girone di ritorno non avviene il cambio di marcia e, il 14 aprile, dopo 10 anni consecutivi, il Chievo retrocede in serie B. A rendere ancora più neri gli animi dei tifosi, si aggiunge anche il ritiro del giocatore simbolo: Sergio Pellissier. Dopo 17 anni, il capitano lascia il club e la sua maglia n°31 viene ritirata. Il ritorno in cadetteria avviene con in panchina Michele Marcolini, storico centrocampista gialloblù, che però non riesce ad imporsi ai vertici della classifica, avendo ereditato anche una squadra composta da molti giovani. A febbraio il club esonera Marcolini e, al suo posto, subentra l’ex centravanti clivense Alfredo Aglietti, fautore della promozione dell’Hellas Verona l’anno precedente.
Il ritorno dopo il Covid e il fallimento del Chievo Verona
Poco dopo l’avvento di Aglietti, il campionato viene sospeso a causa dello scoppio della pandemia Covid-19. Alla ripresa delle contese, la compagine fatica a riguadagnare i vertici della classifica e la matematica salvezza arriva solo a due giornate dalla fine. Nelle ultime due gare i gialloblù ottengono altre due vittorie, contro la capolista Benevento e contro il Pescara, I ragazzi veronesi, quindi, raggiungono la sesta posizione finale, con 56 punti, e la prima qualificazione ai play-off nella loro storia.
Lo Spezia, tuttavia, elimina l’undici giallo-blù, in semifinale, ma ciò nonostante la squadra viene elogiata per l’ottimo finale di stagione. L’annata successiva si apre con la richiesta di interdire il presidente Campedelli per 8 mesi a causa del “caso-plusvalenze”. Inoltre, in procinto di iniziare la nuova stagione, Pellissier lascia il Chievo per delle divergenze con De Giorgis, che diventa l’unico direttore sportivo della società. Nonostante alti e bassi la stagione si chiude con un ottavo posto, che vuol dire di nuovo play-off. Anche stavolta, però, il Venezia elimina i clivensi in semifinale.
Il fallimento del Chievo Verona è l’ennesima mazzata ad un calcio che non esiste più, fatto sempre meno di passione e sentimenti a discapito di potere e finanza.