Vecchie Glorie: parliamo di Erjon Bogdani

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La rubrica “Vecchie Glorie” giunge ad un nuovo appuntamento, rivivendo le gesta di un grande ex attaccante del nostro campionato: Erjon Bogdani. L’ariete albanese di 191 cm ha un rapporto molto intenso con l’Italia, sia dal punto di vista personale che da quello calcistico. Fatta eccezione, infatti, per i primissimi anni di carriera, Bogdani ha calcato sempre campi nostrani. Da Reggio Calabria a Siena, passando per Salerno, Verona, Livorno e Cesena, tanti sono i tifosi che hanno gioito grazie ai suoi gol. Un atleta che prima ancora di essere un bomber di razza, come accennato, ha dimostrato di essere anche un grande uomo fuori dal campo.

La carriera di Erjon Bogdani: la crescita personale e gli esordi in patria

Nato il 14 aprile 1977 a Tirana, capitale della nazione balcanica, Erjon Bogdani cresce in un famiglia dai solidi principi. Ancora molto giovane, il futuro attaccante è costretto a fuggire dal proprio Paese con la madre, insegnante di storia, a causa dei conflitti interni di radice territoriale sorti sotto il regime comunista. Il piccolo Erjon e la mamma sbarcano così in Italia, venendo accolti prima da don Paolo Cecere a Castellammare di Stabia, salvo poi spostarsi a Roma, prima del ritorno in Albania. La figura del religioso risulta essere determinante nella crescita di Bogdani, come poi si vedrà meglio più avanti.

Tornato a casa, il padre cresce il proprio figlio sottolineando l’importanza dell’istruzione nella vita, al punto di proibirgli di giocare pur di non distrarsi dallo studio. Dal canto proprio, tuttavia, pur volendo studiare, il giovane Erjon trova nel nonno un fedele alleato per tornare ad allenarsi con la squadra del cuore: il Partizani Tirana. Col club albanese Bogdani gioca ben cinque stagioni tra settore giovanile e prima squadra, vincendo la Coppa nazionale, prima di passare al Genclerbirligi, club della massima divisione turca, dove realizza il primo gol tra i professionisti.

Quest’ultima, tuttavia, si rivela essere un’esperienza di passaggio, così come quella alla Dinamo Zagabria, dove comunque vince il campionato, prima di trasferirsi, definitivamente, in Italia. Non prima, tuttavia, di aver conseguito la laurea in Economia e Commercio, dimostrando a tutti, e in particolare al padre, di avere la testa sulle spalle e la giusta determinazione per fare qualsiasi cosa nella propria vita. Come confermerà, da lì a poco, facendo ritorno nel nostro Paese.

Dalla Reggina alla Salernitana: un esordio a tinte amaranto e granata

Nella stagione 1999/2000 la Reggina fa il proprio esordio nel calcio che conta, in Serie A. Tra i tanti acquisti per affrontare al meglio questa categoria viene annoverato anche Erjon Bogdani, ormai ventiduenne. L’esperienza in riva allo stretto ha inizio nel match interno vinto contro il Bologna. Per vedere il primo gol in Italia, invece, occorre attendere la partita contro il Venezia, che è proprio lui a decidere con la propria realizzazione. Dopo la salvezza ottenuta a fine stagione, non è altrettanto fortunata la stagione successiva, terminata con la retrocessione in cadetteria.

La società amaranto, tuttavia, vuole tornare subito in massima serie, e punta ancora tra gli altri, proprio sull’attaccante albanese, autore ancora una volta di reti decisive, ben 7 in tutta la stagione, tra le quali quella nel derby calabrese vinto a Cosenza. Così facendo la Reggina sale nuovamente in Serie A, e Bogdani riesce a ritagliarsi uno spazio di altri 10 apparizioni, condite da un solo gol, nella vittoria interna contro il Torino. Non tantissimo per chi vorrebbe sempre giocare. Motivo per il quale, nel 2003, decide di andare altrove, in cerca di riscatto. E la Salernitana, appena ripescata in Serie B, è una piazza altrettanto vogliosa di rivalsa. 

Nella compagine allenata da un giovane Stefano Pioli, Bogdani risulta essere il punto di riferimento dell’attacco granata. Il calciatore albanese si rivela essere leader dentro e fuori dal campo, realizzando ben 8 reti e confermando il proprio prolifico feeling nei derby, come ricorda bene il malcapitato Avellino, sconfitto allo stadio Arechi in quella stagione. A fine anno i campani ottengono una tranquilla salvezza, ma Bogdani fa ritorno a Reggio Calabria per fine prestito. Un ritorno momentaneo, prima di abbracciare una nuova sfida.

Da Verona… a Verona, passando per Siena e Livorno: la fase ascendente di Erjon Bogdani

Nella stagione 2004/2005 Erjon Bogdani passa all’Hellas Verona, che annovera nella propria rosa tanti elementi che sarebbero stati, successivamente, protagonisti in massima serie. Dal canto proprio, l’albanese vive la sua migliore stagione proprio in maglia gialloblù, realizzando ben 17 gol. Tuttavia questi presupposti non bastano agli scaligeri per realizzare il salto di categoria, dovendosi accontentare del settimo posto finale. Questi numeri, tuttavia, bastano a Bogdani per tornare in Serie A, e in particolare per indossare la maglia del Siena.

Nella città del palio l’ex Hellas Verona conferma quanto di buono fatto vedere, e contribuisce con 11 reti e 2 assist alla salvezza dei toscani. Tra tutti questi gesti tecnici, spicca per bellezza il gol realizzato sul campo dell’Ascoli, con un tacco al volo dal tasso di difficoltà a dir poco elevato. Successivamente continua a indossare la maglia bianconera fino a gennaio 2007, prima di fare ritorno a Verona, però sponda Chievo. Anche con i gialloblù Bogdani dà un contributo importante, 5 gol, non sufficiente, tuttavia, a evitare la retrocessione.

Successivamente il giocatore fa ritorno in Toscana, ma per indossare un nuovo colore amaranto, quello del Livorno. Bogdani è il titolare del reparto avanzato insieme a Francesco Tavano, ma trova la via della porta in due sole circostanze, una delle quali nel prestigioso match casalingo contro la Juventus. Anche questa esperienza ha un finale amaro, con la retrocessione in Serie B della squadra allenata, in alternanza, da Fernando Orsi e Giancarlo Camolese. E anche il ritorno al Chievo, promosso nuovamente in Serie A, non sembra giovare all’albanese, che gioca sempre con continuità.

L’epilogo a tinte bianconere

Giunto ormai alle 33 primavere, Bogdani sembra essere avviato verso la fase discendente della propria carriera. Tuttavia arriva per lui una nuova chance da un club di massima serie: il neopromosso Cesena, allenato da quel Massimo Ficcadenti con cui aveva vissuto la propria stagione più prolifica. L’attaccante ha un feeling particolare col tecnico, è la dimostrazione più chiara è rappresentata dagli 8 gol con cui contribuisce alla salvezza del club romagnolo. Una stagione in cui miete due vittime eccellenti come l’Inter vincitrice del Triplete e il Milan che dà lì a poco avrebbe vinto il campionato.

Prima di appendere definitivamente gli scarpini al chiodo, Bogdani fa ritorno a Siena, dove aveva raggiunto il proprio record personale di realizzazioni stagionali in Serie A. Nelle sue ultime due stagioni da calciatore, l’attaccante realizza gli ultimi 6 degli 82 gol realizzati nei propri trascorsi a livello professionistico, ai quali si aggiungono anche 18 realizzazioni con la maglia della Nazionale albanese (record ineguagliato). Soddisfazione non da poco anche quella di essere stato nominato calciatore albanese dell’anno nel 2005, quando ha raggiunto il record di gol stagionali citato a più riprese, con la maglia dell’Hellas Verona.

Erjon Bogdani oggi: le radici in Italia e la carriera in panchina

Come accennato in apertura, Erjon Bogdani ha messo delle solide radici in Italia. Infatti nel 2010 ha sposato a Salerno l’avvocatessa Rossella Ariodante, avendo al proprio fianco, come testimone, Leandro Rinaudo, compagno di squadra a Siena, e quel don Paolo Cecere che per primo gli aveva dato il benvenuto in Italia a presenziare uno dei giorni più importanti della sua vita. La coppia, in seguito, ha vissuto altre due importanti gioie, con la nascita dei figli. Nel frattempo, l’ormai ex attaccante ha deciso di non abbandonare il mondo del calcio, spostandosi pochi metri al di fuori dal rettangolo verde, in panchina.

Vecchie Glorie: parliamo di Erjon Bogdani

Il primo incarico, più precisamente, è quello di osservatore della Nazionale del proprio Paese. Con l’arrivo di Gianni De Biasi nel ruolo di c.t., Bogdani entra a far parte dello staff tecnico della selezione che centra la prima storica qualificazione alla fase finale di un Europeo. Dulcis in fundo, la prima vera esperienza in panchina, alla guida dell’under-19 dell’Albania. Attualmente, invece, si occupa della propria famiglia, in attesa di poter dimostrare, ancora una volta, il proprio valore, in veste di allenatore. A livello umano infatti, come visto, non c’è nulla da dimostrare, ma solo da ammirare e prendere esempio.

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