Squadre inglesi: una crescita esponenziale

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La Premier League si sa che è uno dei campionati più competitivi del mondo. Quello che forse nessuno si aspettava era un predominio europeo delle squadre inglesi. Tre squadre posizionate su quattro posti disponibili, tra Champions League ed Europa League, con la quarta, l‘Arsenal, che ha mancato la finale per poco.

Ci siamo chiesti che cosa ci fosse alla base di questo successo, quali le motivazioni e i principi cardine. Una questione economica? Una questione di gioco? Nei prossimi paragrafi andremo ad approfondire tutto ciò, cercando di trovare la risposta più plausibile possibile.

Squadre inglesi: l’evoluzione

Abbiamo tutti in mente il gioco tipico delle squadre inglesi: aggressivo, intenso e verticale. Questo almeno è il calcio che storicamente abbiamo visto in Premier League, negli ultimi anni, però, abbiamo potuto notare un’evoluzione.

Partiamo dalle grandi, che hanno investito in allenatori provenienti dall’estero con idee di gioco diverse. Pensiamo a Conte e Sarri ad esempio, due modi di intendere il calcio contrapposti ma entrambi molto differenti dallo stile inglese

Squadre inglesi: una crescita esponenziale

Baricentro basso, intelligenza tattica e ripartenze per il primo, dominio del gioco e degli spazi per il secondo. Per passare poi a Mourinho e Ancelotti, due nomi che da soli bastano per dare un’etichetta a un modello di espressione calcistica.

Per finire con Bielsa, allenatore visionario in costante ricerca del miglioramento e Klopp, indubbiamente uno dei migliori al mondo.

Quest’anno troviamo in finale tre squadre allenate da tre allenatori non inglesi, Tuchel, Solskjaer e Guardiola. Tre modi di vedere il gioco diversi tra loro ma sicuramente molto europei. Dominio del gioco, possesso palla, riconquista rapida e interscambi si intersecano a costruzioni intelligenti e ricerca degli spazi.

Ovviamente non scriviamo questo per dire che gli allenatori inglesi non siano all’altezza di proporre tutto ciò. Lo diciamo per sottolineare la ricerca di un’evoluzione nelle ideologie storiche del proprio calcio.

Il campanilismo è stato sovvertito dalla modernizzazione, nulla è stato snaturato, tutto è maturato e si è adattato alle esigenze del 2021. Il processo non è stato rapido, e lo stiamo vivendo anche nella nostra Serie A. I dibattiti scaturiti dalla costruzione dal basso, allenatori considerati spregiudicati e via dicendo sono la dimostrazione che anche noi stiamo cercando un cambiamento.

I fondi a disposizione

Certo, è vero che bisogna essere lungimiranti e ben disposti al cambiamento, ma basta questo nel calcio moderno? Probabilmente no, i presidenti delle squadre in questione sono indubbiamente abbienti e, negli anni, hanno compiuto investimenti talvolta onerosi.Squadre inglesi: una crescita esponenziale

Non pensiamo però che gli acquisti fatti siano stati fini a se stessi. Questi ultimi sono stati effettuati per lo più in prospettiva. Basta vedere la rosa del Manchester City: molti soldi spesi ma per giocatori soprattutto giovani e di prospettiva.

Quindi sì, la potenza economica serve eccome, però deve essere coadiuvata da scelte accurate e obbiettive.

Conclusione

Le squadre inglesi si stanno dimostrano all’altezza delle aspettative, talvolta superandole. Soprattutto squadre come il Chelsea, in grado di arrivare in fondo alla Champions League nonostante un inizio di stagione poco promettente, o il Manchester United.

Presidenti abbienti e lungimiranza negli acquisti hanno contribuito alla crescita di un movimento già forte di per sé. Ricerca di progresso, allenatori preparati e un settore giovanile in forte crescita (vedi Foden) hanno fatto il resto.

Ora come ora, le squadre inglesi dimostrano di non temere nessuno, anzi, si posizionano in testa alle più temute di quest’anno. Speriamo fortemente che le prossime saranno le nostre, complimentandoci per la crescita di tutto il movimento calcistico inglese.

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