Torna, come ogni mercoledì, l’appuntamento con la rubrica “Vecchie Glorie” targata 11contro11. Quest’oggi, dopo aver trattato, ieri, la figura di Sergio Pellissier, parleremo di un attaccante, di un bomber che ha deciso di dedicare la propria vita al calcio: David Di Michele. Il laziale di nascita, infatti, per seguire il suo sogno e la sua passione, è stato disposto anche a girare l’Italia intera. Importanti le sue esperienze all’Udinese, al Torino, al Lecce ma, soprattutto, alla Reggina. Il ragazzo classe ’76, poi, dai tifosi della Salernitana è stato addirittura soprannominato re David.
Come ben possiamo constatare analizzando la sua carriera, Di Michele è stato un centravanti “vero”, capace di far innamorare le tifoserie del Bel Paese. Ovunque egli si sia accasato, i supporters lo hanno sostenuto ed incitato. In carriera ha disputato ben 657 incontri, realizzando 190 gol e 56 assist. Durante i 23 anni di professionismo, inoltre, il nativo di Guidonia Montecelio ha trascorso anche un anno in Inghilterra, tra le fila del West Ham.
La carriera di David Di Michele
Come abbiamo già dichiarato in precedenza, David Di Michele è nato nel 1976, in un comune facente parte della città metropolitana di Roma; la madre, in realtà, aveva origini pugliesi ma il n°9 è nato nel Lazio.
La sua avventura calcistica inizia con la Lodigiani, grazie alla quale, nel 1993, compie l’esordio nel calcio professionistico, in Serie C1. Dopo aver trascorso tre annate all’interno della società capitolina, l’attaccante viene acquistato dal Foggia, in Serie B. Subìta la retrocessione e dopo aver giocato un anno in C1 (’97-’98), David Di Michele vola in Campania, dove la Salernitana gli offre la possibilità di esordire in massima serie. Il 12 Agosto 1998 il classe ’76 approda tra le fila granata. Proprio qui i tifosi lo soprannominano re David, in nome delle numerosissime reti segnate: sono 40 i centri in 96 presenze. Tra il 1998 e il 2001 gioca in Serie B e diventa il capocannoniere della Coppa Italia, nell’edizione ’99-’00.
L’Udinese lo riporta in Serie A: Reggina e Palermo credono in lui
È l’Agosto del 2001 quando l’Udinese decide di portare in Friuli il bomber laziale. Durante la prima stagione (‘01-‘02), saranno 25 le apparizioni, condite da sole 5 marcature. David Di Michele, poi, si trasferirà in prestito alla Reggina per il biennio successivo (‘02-‘04). Durante l’annata 2004-05, infine, ritornerà nel Nord Italia e vivrà un’avventura mozzafiato con la maglia bianconera: insieme a Di Natale e a Iaquinta, infatti, riuscirà a raggiungere la qualificazione ai preliminari di Champions League.
Come già anticipato nel paragrafo precedente, David Di Michele si trasferisce a Reggio Calabria tra il 2002 e il 2004, in prestito alla Reggina, club militante nel campionato di Serie A. ll centravanti condivide lo spogliatoio con due grandi calciatori: Carlos Humberto Paredes e Shunsuke Nakamura. Anche l’anno successivo (’03-’04) gli amaranto disputano il campionato nazionale più prestigioso, con il bomber capitolino che realizza anche 8 gol.
L’Udinese, al termine dell’annata “d’oro”, decide di cederlo nuovamente, questa volta al Palermo: è il Gennaio del 2006. La prima stagione in Sicilia si concluderà con 19 gare giocate e 7 reti segnate. Nel 2006-07, poi, David Di Michele scenderà in campo anche in Coppa Uefa, dove realizzerà anche un gol in 4 apparizioni.
Torino, West Ham e Lecce: il girovago David Di Michele
A fine annata ’06-’07, David Di Michele è di nuovo costretto a trasferirsi. Stavolta è il Torino ad ingaggiarlo: in Piemonte arriva il 5 Luglio 2007, per un costo di 3,8 milioni di euro. In campionato gioca 25 partite e realizza 6 centri; nella stagione successiva, poi, i granata decidono di cederlo nuovamente in prestito: il West Ham investe sul ragazzo d’origine pugliese e lo porta in Inghilterra.
L’annata in terra d’oltre Manica è anche, per certi versi, esaltante: giocare in Premier League è un grande desiderio per qualsiasi calciatore. Il 20 Settembre, poi, David Di Michele corona anche un sogno importante: all’esordio in casa, infatti, realizza una doppietta, condita anche da un assist, per sigillare il successo degli Hammers. In quella stessa data, sulla panchina, compiva il suo esordio mister Gianfranco Zola. Nonostante le numerose presenze (30), il centravanti non riesce a lasciare il segno, ed è costretto a rientrare in patria.
Il Torino lo accoglie a braccia aperte. Colantuono, il mister dei granata, addirittura, lo nomina capitano: corre l’anno 2009-10. A Febbraio di quella stessa annata, però, il bomber dei piemontesi decide di accettare l’ennesimo prestito, andando ad accasarsi al Lecce, in Serie B. Al termine della stagione, dopo esser diventato un titolare inamovibile, David Di Michele solleverà il suo primo ed unico trofeo: la coppa Ali della Vittoria, come riconoscimento per aver vinto il campionato cadetto.
A Lecce il n°9 rimarrà per altre due annate (’10-’11 e ’11-’12). Con 52 presenze e 19 gol, il centravanti lascerà un bel ricordo di sé alla tifoseria del club giallorosso, prima di rescindere consensualmente il proprio contratto.
L’ultimo acuto di una carriera gloriosa: il ritorno alla Reggina
Il 13 Luglio 2012, pochi giorni dopo la fine del rapporto con il Lecce, David Di Michele si trasferisce al Chievo Verona. Nonostante la volontà di rimanervi, il richiamo della Reggina è troppo forte ed il centravanti non può che rescindere l’accordo con i veneti per tornare in Calabria. In Serie B il bomber laziale fa ancora la differenza, sia per carisma che per tecnica. Nel 2013-14, addirittura, è nominato capitano della squadra. Nonostante la retrocessione in Lega Pro, Di Michele decide di rimanere a Reggio Calabria per portare di nuovo la società in cadetteria. La buona volontà non è assistita dai risultati: a fine anno solo i play-out salveranno gli amaranto dalla Serie D.
A causa di una crisi societaria, però, la FIGC libererà tutti i calciatori dal contratto con i calabresi e anche David Di Michele cercherà un nuovo club per concludere la propria lunga e gloriosa carriera. La Lupa Roma lo accoglierà a braccia aperte e il 17 Ottobre 2015 il n°9 segnerà il suo ultimo gol, contro il Pontedera. Dopo sole otto presenze, infatti, l’attaccante lascerà il calcio giocato.
La carriera di Di Michele in Nazionale
Grazie alle prestazioni fatte registrare con la maglia dell’Udinese, nel Marzo del 2005 David Di Michele viene convocato in Nazionale. L’esordio lo compirà il 30 Marzo di quell’anno, nella sfida Italia-Islanda, conclusa 0-0 e disputata a Padova. Il CT Lippi, infatti, era stato convinto dalle giocate che il romano aveva fatto ammirare al fianco di Di Natale e di Iaquinta.
L’ultima apparizione con gli Azzurri, invece, risale al 6 Settembre 2006, subito dopo il Mondiale vinto in Germania. Il nuovo allenatore, Donadoni, lo convoca per il raduno e lo schiera nella gara dello Stade de France, a Parigi, in occasione dell’amichevole Francia-Italia. Di Michele, a fine carriera, potrà vantare ben 6 presenze con la maglia della nostra rappresentativa.
Il post-carriera e le avventure da allenatore
Dopo aver disputato solamente otto gare con la maglia della Lupa Roma, David Di Michele decide di ritirarsi dal calcio giocato per entrare nello staff della squadra capitolina. Inizialmente, infatti, diventa collaboratore tecnico della prima squadra, finché il 18 Aprile 2016 non gli viene affidata la panchina del club.
Nella stagione successiva, l’ex-attaccante viene confermato alla guida della formazione romana. L’11 Ottobre 2016, tuttavia, viene esonerato, a causa dei magri risultati ottenuti. In seguito ad un repentino cambio di proprietà, però, verrà richiamato. A fine anno, dopo aver disputato i play-out, la Lupa Roma retrocederà in Serie D.
L’avventura da tecnico, tuttavia, è solo agli albori: Di Michele decide di partecipare al corso di Coverciano per ottenere il patentino denominato UEFA A, per poter allenare le giovanili di ogni società e le squadre di Lega Pro; inoltre, con questo attestato, il classe ’76 sarebbe potuto diventare vice-allenatore in club di Serie A e B.
Dopo la fine dell’apprendistato, il 12 Luglio 2018, il Frosinone crede il lui e gli affida la panchina della selezione Under-16. A fine anno, grazie al suo lavoro, quest’ultima raggiunge il quarto posto in campionato. Nell’anno successivo (’19-’20), quello appena trascorso, è alla guida della rappresentativa Under-17 dei ciociari.
David Di Michele oggi: curiosità e vita privata
Quando abbiamo presentato la carriera di David Di Michele, alcuni dettagli li abbiamo omessi per poterli inserire in questa sezione dedicata alle curiosità. Come già anticipato, infatti, la prima riguarda il suo soprannome più famoso: re David. I tifosi della Salernitana glielo assegnarono dopo il titolo di capocannoniere della Coppa Italia ’09-’10, nonostante il centravanti avesse vestito per soli tre anni la maglia del club campano.
La seconda curiosità è legata ad una vicenda “di campo”. È il Novembre 2004 e Di Michele gioca nell’Udinese. Dopo aver siglato una doppietta contro il Lecce, Handanovic, il portiere della sua squadra, viene espulso per fallo da ultimo uomo ed è proprio l’attaccante a dover prendere il suo posto tra i pali. Tra lo stupore di calciatori e tifosi, David Di Michele neutralizza il rigore calciato da Mirko Vucinic.
L’ultimo aneddoto degno di nota è relativo alla squalifica ricevuta nell’estate del 2007. Il 30 Luglio, infatti, l’attaccante viene estromesso dalle gare ufficiali per tre mesi, a causa di un coinvolgimento all’interno dell’inchiesta relativa al calcioscommesse. Solo nel 2012 lo stesso giocatore dichiarerà ed ammetterà di aver scommesso 50 euro, gesto compiuto, però, solo “per gioco”.
La famiglia ed una riflessione conclusiva
La vita privata di Di Michele è legata alla sua bella e numerosa famiglia. Nel 2001, infatti, il centravanti ha sposato Rosy Scavo, dalla quale aveva già precedentemente avuto una figlia: Rebecca. Dopo le nozze, poi, i due hanno avuto altri due figli: Mattia e Mirko.
David Di Michele è sicuramente stato un centravanti “gira-mondo”, eppure il suo più grande pregio è stato quello di essersi sempre ambientato, in modo egregio, in ogni suo luogo di residenza. Basti pensare ai trascorsi salernitani, o quelli leccesi, impregnati di gioie e di riconoscimenti collettivi e personali. L’esser sempre riuscito a far innamorare i propri tifosi è significativo. Questo ci fa capire quanto Di Michele sia stato apprezzato, non solo per le doti calcistiche ma anche per le sue qualità umane. Alla fine, inevitabilmente, è questo che fa entrare di diritto un giocatore nel cuore degli appassionati.