La rubrica “Vecchie Glorie” di 11contro11 si appresta a portare a compimento la settimana dedicata ai portieri. Nell’appuntamento odierno si rivivranno le gesta di un estremo difensore che ha fatto le fortune di diverse realtà di provincia: Vincenzo Sicignano. Dopo una vita trascorsa con la maglia rosanero del Palermo, infatti, il giocatore originario di Pompei, in provincia di Napoli, è riuscito a ritagliarsi uno spazio non marginale anche in Serie A. Parma, Lecce e Chievo Verona le sue tappe in massima serie. Una vera e propria vocazione, quella della difesa dei propri pali, che in seguito decide di trasmettere alle nuove leve, nel ruolo di preparatore dei portieri.
La carriera di Vincenzo Sicignano: l’epopea siciliana
Vincenzo Sicignano, come anticipato, nasce alle pendici del Vesuvio l’8 luglio 1974. Tuttavia, muove i primi passi sul rettangolo verde 400 km più a sud, nel settore giovanile del Palermo. Con i siciliani, tra l’altro, arriva a esordire in prima squadra nella stagione 1993/1994. Il tutto prima di diventare titolare fisso nelle stagioni successive, suddivise tra Serie B e Serie C1, costruendosi la fama di “para-rigori”.
Uno dei più importanti, senza dubbio, è quello respinto alla futura star del Cervia del reality show “Campioni – Il sogno”, Sossio Aruta. Valore decretato soprattutto dal fatto di aver compiuto il gesto tecnico alla centesima presenza in rosanero, in Palermo-Benevento 2-0, nella stagione che decreta il ritorno in cadetteria della propria squadra. Una permanenza che si protrae per altre due stagioni, sfiorando addirittura, nel 2003, la promozione in Serie A, per poi raggiungerla attraverso la via del calciomercato.
L’esordio in Europa e l’ascesa in massima serie
Nella sessione estiva di calciomercato arriva per Vincenzo Sicignano una chiamata difficilmente rifiutabile come quella del Parma, affermatosi a ottimi livelli nelle stagioni precedenti in Serie A. Con la compagine gialloblù, in particolare, riesce a tenere la porta inviolata sia nell’esordio in campionato contro il Milan, terminato 0-0, sia nelle due partite in cui viene impiegato in Coppa Uefa. In queste ultime due circostanze, gli emiliano travolgono il Salisburgo per 0-4 e 5-0, nel secondo turno.
In altre parole, l’estremo difensore campano passa da pochi mesi dai campi di provincia in cadetteria ai prestigiosi palcoscenici europei. Un’esperienza che, tuttavia, complici anche i problemi economici in seguito al crack della Parmalat, dura appena sei mesi. A gennaio, infatti, Sicignano si sposta nuovamente a sud, proprio nel neopromosso Lecce di Delio Rossi che aveva soffiato la massima serie al suo Palermo all’ultima giornata.
Con la maglia giallorossa l’estremo difensore vive due stagioni e mezza da assoluto protagonista. Sicignano, in particolare, contribuisce a due salvezze di fila in casa salentina. Memorabile, inoltre, un episodio che lo vede protagonista allo stadio Olimpico di Roma, il 22 settembre 2004. Il Lecce, infatti, strappa un importante pareggio in trasferta grazie anche al sangue freddo del proprio portiere, capace di neutralizzare un penalty a Francesco Totti, che aveva sfoderato la specialità della casa: il cucchiaio.
La parentesi Chievo Verona e le esperienze di Frosinone e Barletta
Nell’estate del 2006 Sicignano cambia nuovamente casacca, trasferendosi al Chievo Verona. La compagine gialloblù, in seguito ai fatti di Calciopoli, viene “promossa” al quarto posto in campionato. Di conseguenza i clivensi disputano i preliminari di Champions League, con l’ex Lecce che disputa entrambi i match contro il Levski Sofia da titolare. Dopo il 2-0 in trasferta, tuttavia, i gialloblù non vanno oltre il 2-2 allo stadio Bentegodi. Una delusione che avrà ripercussioni sul resto della stagione, terminata con la prima retrocessione in cadetteria nella storia della società di patron Luca Campedelli.
Giunto ormai ai 33 anni, Sicignano decide di trasferirsi proprio in Serie B al Frosinone, dove resta per quattro stagioni. L’esperienza in terra ciociara è l’ultima nella serie cadetta ma non nella propria carriera. Prima di appendere definitivamente i guantoni al chiodo, infatti, l’estremo difensore scende ulteriormente di categoria. L’ultima squadra della carriera da calciatore, infatti, è il Barletta, militante nel girone B di Lega Pro – Prima Divisione. I pugliesi terminano il campionato al sesto posto e Sicignano dice basta al cacio giocato, potendo annoverare anche una convocazione nella Nazionale di Marcello Lippi, nel 2005.
Vincenzo Sicignano oggi: allevando nuovi talenti
Il legame tra Vincenzo Sicignano e il mondo del pallone non termina con l’esperienza di Barletta. Terminata la carriera da calciatore, infatti, l’ex estremo difensore decide di intraprendere quella di preparatore dei portieri. Il tutto ricominciando esattamente nello stesso posto dove è cresciuto, la sua Palermo. Dapprima nel settore giovanile, e in seguito in prima squadra, dove, in quattro stagioni, collabora con diversi allenatori, tra Serie A e Serie B.
Dal 2019, invece, si accasa all’Empoli, che investe sulle conoscenze e sui valori dell’ex rosanero. E visti i risultati della compagine azzurra da tre anni a questa parte, un po’ del merito è sicuramente anche di Vincenzo Sicignano, che ha saputo trasmettere ai suoi giovani colleghi la giusta grinta e motivazione per emergere a livelli sempre più importanti.