Sono passati quasi 2 anni da quando, nell’agosto 2021, il Chievo Verona di Campedelli veniva ufficialmente escluso dai campionati professionistici per inadempienze tributarie. In ogni caso, al di là delle controversie legali (tuttora in corso) fra l’ex presidente Luca Campedelli e i vertici del calcio italiano, la maggior parte dei tifosi gialloblù si riconosce ad oggi nella nuova realtà dell’FC Clivense, società fondata dagli ex del Chievo Pellissier e Zanin e divenuta simbolo della rinascita dei Mussi Volanti.
Il progetto-Clivense e la “rinascita” del Chievo dalla Terza Categoria veneta
Era infatti il 13 agosto 2021 quando l’ex capitano gialloblù, sfiduciato dalla difficile situazione del Chievo di Campedelli, decise di fondare un club che portasse alla rinascita della speranza clivense. Circondato dal supporto di ex compagni gialloblù (nonché amici di una vita) come N. Frey e Luciano, Pellissier iscrisse la sua nuova squadra in Terza Categoria veneta e la affidò alla guida tecnica del professionista Riccardo Allegretti. Quell’anno, il Chievo, trascinato dai 24 gol del bomber Inzerauto e dalle parate del portiere Pavoni, stravinse il campionato con il miglior attacco e la difesa meno battuta del girone B, attestandosi a +9 sul Borgo San Pancrazio 2º. All’ultima giornata fece addirittura il suo “esordio” tra i dilettanti il Presidente Pellissier, che mise anche a segno una doppietta. Ma le soddisfazioni per i biancoblu (questi i colori sociali della Clive, che si rifanno ai primissimi anni del Chievo) non erano finite. I ragazzi di Allegretti conquistarono infatti anche la Coppa Verona (per 4-1 contro il Vestenanova) e il Titolo Provinciale, vincendo ai rigori contro il Baldo Junior Team.
L’acquisizione del San Martino Speme e l’ultima stagione della Clivense in Eccellenza veneta
La qualificazione diretta in Seconda Categoria veneta, obiettivo primario della Clivense, era stata raggiunta senza troppi sforzi. Tuttavia, le ambizioni della società erano (e sono) ben altre. Come si legge sul sito ufficiale del club, infatti:
“Il progetto si è posto l’obiettivo di far diventare Fc Clivense simbolo e modello per la città di Verona e per il territorio, di creare una più ampia community nazionale ed internazionale di fan che si riconoscono nei valori fondativi e di attrarre i migliori talenti e gli investitori che vogliono condividere questo obiettivo comune.
Quali sono questi valori fondativi? Li riassume bene il nostro acronimo P.A.C.E. Passione, Ambizione, Coesione, Energia.
La Società con il suo Team di Advisor e Consulenti ha strutturato una Road Map a 7 anni che prevede il ritorno in Serie B entro il 2027, per rientrare tra le prime 40 squadre italiane e garantire la sostenibilità finanziaria alla Società.
L’ispirazione del piano è quella di un modello di business moderno come quello dei top club della Premiere League inglese e della Liga Spagnola.
Il modello Clivense è basato, tra l’altro, sulla massimizzazione dei fan/stakeolder engagement a valere sullo sviluppo integrato di un media-hub multicanale e di un training center distintivo“.
Così, nell’aprile del 2022, il club di Pellissier decise di avviare un crowdfunding, cui presero parte 647 sottoscrittori che versarono ben 718.276 €. Anche grazie a questo contributo economico, nell’estate del medesimo anno la Clivense acquisì il 100% del San Martino Speme, squadra appena retrocessa dalla Serie D. Nacque così la Clivense SM, che nell’ultima stagione ha preso parte al Campionato di Eccellenza veneta nel girone A. La squadra di Allegretti, del tutto rivoluzionata nei componenti della rosa, è riuscita ad ottenere di nuovo la promozione diretta, nonostante l’imponente salto di categoria. I biancoblù hanno infatti terminato il campionato al 1º posto a +7 dal Bassano, con 23 vittorie, 6 pareggi e 7 sconfitte.
Il fallimento del Chievo Verona e le battaglie legali di Campedelli
Per quanto riguarda invece il “vecchio” Chievo di Campedelli, a nulla sono serviti finora i 27 ricorsi (l’ultimo dei quali rigettato dal Consiglio di Stato il 10 novembre scorso) presentati dall’ex patron gialloblù, che nel giugno del 2022 ha poi assistito al fallimento vero e proprio del suo club. I beni sociali del Chievo sono allora passati nelle mani dei curatori fallimentari, che hanno disposto l’esercizio provvisorio dell’attività al fine di conservare il titolo sportivo della squadra. Campedelli, nel frattempo, ha provato per ben 2 volte a riportare il nome “Chievo” nel calcio giocato, nell’estate 2022 tentando una fusione con il Sona, e in quella seguente con il Vigasio: ma in entrambi i casi i curatori fallimentari si sono opposti alla decisione, mettendo all’asta tutti i beni di proprietà del club, compresa la sua denominazione ufficiale.
Lo scontro “mancato” fra Clivense e Campedelli per la rinascita del Chievo
L’asta a busta chiusa per la cessione del Chievo era stata così fissata il 23 giugno scorso alle 12:00, con offerta minima fissata dai curatori fallimentari a 535.000 €. Inutile dire che l’interesse di gran parte degli addetti ai lavori era concentrato su tale evento, cui tutti si aspettavano avrebbero partecipato sia l’ex Presidente del Chievo Campedelli, sia, appunto, il nuovo club di Pellissier. Tuttavia, l’asta fallimentare è andata deserta. Ciò è stato dovuto, con ogni probabilità, alla volontà di ambo le parti di abbassare il prezzo base fissato dai curatori, che quasi sicuramente indiranno una nuova asta. Nel frattempo, la Clivense ha aperto un nuovo crowdfunding, che, magari, potrebbe rivelarsi decisivo per la vera e propria rinascita del Chievo Verona.