Dopo aver rivissuto le gesta di campioni indimenticati come Adrian Mutu e Steven Gerrard, la rubrica “Vecchie Glorie” torna nel calcio di provincia, con Ivan Franceschini. Roccioso difensore centrale, tra fine anni ’90 e inizio anni 2000 è stato uno dei perni di alcune realtà della Serie A quali Reggina e Torino su tutte. Altrettanto importanti le esperienze con Lucchese, Salernitana, Genoa, Chievo Verona e Cesena, senza dimenticare quella in Francia con l’Olympique Marsiglia. Per lui anche due presenze con la Nazionale under-21, a cavallo tra il 1996 e il 1997. Il tutto prima di intraprendere la carriera da allenatore, soprattutto in varie squadre di provincia calabresi.
La carriera di Ivan Franceschini: dal Parma all’esplosione di Salerno, passando per la Francia
Ivan Franceschini nasce il 7 dicembre 1976 a Fornovo di Taro, nella provincia di Parma. Proprio con la compagine gialloblù il ragazzo muove i suoi primi passi su un rettangolo verde. In particolare, dopo aver compiuto tutta la trafila del settore giovanile, nel 1996 ha l’opportunità di esordire tra i professionisti nella Ligue 1 francese. La maglia indossata non è una qualsiasi, bensì quella di uno dei club d’oltralpe più prestigiosi: l’Olympique Marsiglia.
La compagine allenata da Gerard Gili non disputa un gran campionato e termina undicesima, ma il giovane difensore totalizza 23 presenze e un importante bagagli di esperienza. Tornato a Parma viene subito girato alla Salernitana di Delio Rossi, compagine ambiziosa militante in Serie B. La squadra, sin da subito, fa capire a tifosi e addetti ai lavori di voler puntare al massimo risultato. Franceschini, in particolare, rappresenta una delle colonne della retroguardia granata, che subisce solo 32 reti, vince il campionato e torna in massima serie dopo quasi cinquant’anni. Per lui anche un gol, il primo tra i professionisti, nella vittoria per 3-2 sul Foggia.
L’estate successiva, nonostante le ottime prestazioni, le strade della Salernitana e del giocatore si separano, con quest’ultimo che comincia a cambiare diverse maglie. In particolare si trasferisce prima alla Lucchese, sempre in Serie B, dove però subisce insieme ai propri compagni l’onta della retrocessione in Serie C1. Successivamente passa al Genoa, dove ottiene un sesto posto, e per sei mesi nel primo Chievo Verona dei miracoli di Luigi Delneri, che a fine stagione viene promosso in Serie A, ma anche stavolta non viene riconfermato.
L’esperienza in Serie A: dalla Reggina al Torino
La soddisfazione di esordire nel massimo campionato italiano non sembra voler arrivare per Ivan Franceschini. Nella stagione 2001/2002, tuttavia, viene messo sotto contratto dall’ambiziosa Reggina fresca di retrocessione in cadetteria. Quasi un patto reciproco tra le parti per raggiungere e difendere l’obiettivo comune, che puntualmente viene conseguito. Questa volta però la storia va diversamente, e il giocatore riesce finalmente a giocare in Serie A. Nello specifico sono altre quattro le stagioni trascorse in riva allo stretto, quasi sempre da titolare. In totale sono 173 le partite disputate con la Reggina, con ben 5 gol all’attivo: il più prestigioso, anche se inutile ai fini del risultato, arriva nel 3-1 di San Siro contro il Milan campione d’Italia, nella stagione 2004/2005.
Nel 2006, poi, Franceschini decide di intraprendere una nuova avventura, cambiando città ma non un colore di maglia che gli ha sempre portato particolarmente bene in carriera. Dopo Salerno e Reggio Calabria, infatti, ha l’occasione di indossare il granata del Torino, appena tornato in Serie A. L’esperienza nel capoluogo piemontese si protrae per tre stagioni, nelle quali il difensore gioca con una buona continuità, eccetto nel 2007/2008, nella quale è costretto a un lungo stop che lo tiene fuori dai campi. L’anno dopo poi diventa amaro dal punto di vista sportivo: infatti, pur giocando e trovando la via del gol due volte, il Torino a fine stagione retrocede in cadetteria.
Ivan Franceschini oggi: dalle ultime esperienze da calciatore alla carriera di allenatore
Prima di appendere gli scarpini al chiodo, Ivan Franceschini gioca ancora col Cesena, compagine con la quale ottiene la quarta promozione in Serie A della propria carriera, col Portogruaro e infine con l’HinterReggio, squadra della città che di fatto lo ha adottato, ovvero Reggio Calabria. La chimica creatasi col capoluogo calabrese trascende un normale legame tra un giocatore e una squadra, al punto che i biancoblù, nel 2012, ottengono una storica promozione in Lega Pro – Seconda Divisione. Il migliore dei modi per salutare il calcio giocato e dare il benvenuto alla nuova vita in panchina, partendo proprio dalla “punta dello stivale”.
La prima esperienza da allenatore, infatti, la vive col Gallico Catona, squadra di un quartiere di Reggio Calabria militante in Eccellenza, prima di passare allo staff tecnico della “sua” Reggina, prima come vice di un’altra bandiera come Francesco Cozza e poi di Karel Zeman, figlio del più celebre Zdenek. In seguito continua a girare la provincia reggina, partendo alla guida della Palmese, dove ottiene una tranquilla salvezza in Serie D. Successivamente passa alla Cittanovese, esperienza terminata anzitempo causa sospensione per il divampare del covid-19. In seguito risale verso la provincia di Cosenza, allenando prima il Castrovillari e poi il Rende, a stagione quasi finita, con la squadra retrocessa dalla Serie D dopo i playout. Il tutto in attesa di una nuova e stimolante avventura, all’ordine del giorno per un uomo abituato a combattere come Ivan Franceschini.