Il Napoli di Rino Gattuso torna a convincere contro un Cagliari troppo morbido, vincendo per 1-4 e con il pesante bilancio di 8 partite consecutive senza vittoria. La squadra partenopea ha dominato in lungo e in largo per tutta la durata della gara. Protagonista del pomeriggio Piotr Zielinski, che prima ha portato avanti i suoi e poi ha siglato l’1-2, immediatamente dopo il pari firmato da Joao Pedro. 10 palle gol nell’intero arco della gara non pienamente sfruttate dagli azzurri, ma bravi a chiudere il match con Lozano prima e Insigne dopo su calcio di rigore.
Cagliari-Napoli, Gattuso: “Bisogna essere più cinici, ma bene così”
Vittoria piena, anche se in discussione fino nei primi minuti del secondo tempo: “Abbiamo dimostrato di arrivare in modo facile negli ultimi metri ma con poca cattiveria. Siamo la squadra che crea più occasioni in Serie A e quella che ne lascia meno agli avversari, questo ci deve far riflettere: giochiamo un buon calcio, ma dobbiamo migliorare“.
Napoli da scudetto? “Non dobbiamo guardare la classifica, si gioca ogni tre giorni e dobbiamo essere bravi a perdere meno giocatori possibili. Non dobbiamo pensare al titolo, siamo una squadra con tanti pregi e difetti: abbiamo tanta tecnica ma poca cattiveria, ma questa squadra esprime un calcio europeo, anomalo per l’Italia. Dobbiamo riuscire a dare continuità a quello che facciamo, senza giocare sempre di fioretto, serve rafforzare le cose che continuano un po’ a mancarci: la continuità, la mentalità e la capacità di saper soffrire.“
Ed infine due parole sulla vicenda Osihmen: “Il mio maestro Lippi mi diceva sempre che dovevo bollire nel mio brodo, quando lo facevo arrabbiare. Ora lui deve bollire nel suo brodo. Ha chiesto scusa. E’ un ragazzo che – credetemi – dà tutto quando lavora. Sa di aver commesso una sciocchezza, noi lo aspettiamo. Della parola ‘Scusa’ non sappiamo cosa si può fare, la società deciderà cosa fare. Io faccio l’allenatore, non decido nessuna multa. Io devo decidere solo il linguaggio da usare coi miei giocatori. Lui sa cosa mi piace di lui, conosce le mie parole. La responsabilità di mandarlo in Nigeria è stata anche la mia, ci ho messo il bel faccione. Siamo in due ad aver fatto una figuraccia con la società. Appena lo vedrò gli dirò quello che penso, ma bisogna aspettare per rivederlo come prima perché non è al 100%. Ha sbagliato e pagherà quello che deve“.