Nel calcio siamo affascinati dalle belle favole, quelle in grado di portare dei risultati inaspettati. Nell’ambito delle qualificazioni per Qatar 2022, è avvenuto per il Lussemburgo e per Gerson Rodrigues, fantasista del piccolo, ricchissimo stato di appena 602 000 anime.
Gerson Rodrigues, 10 trascinatore
Dal numero 10 ci si aspetta sempre qualche giocata di fino in grado di risollevare le sorti della squadra. In tal senso, il classe 1995 ci è riuscito pienamente contro l’Irlanda e in parte col Portogallo. Contro l’Eire, i lussemburghesi giocano una gara esemplare, disponendosi con coraggio e convinzione, con la rasoiata da fuori area che chiude i conti e regalato ai suoi una storica vittoria. La storia sembra ripetersi con i lusitani. Gerson avverte un’aria da derby, considerando la sua nascita nella terra di CR7. Al 30′, porta in vantaggio i suoi con un bel colpo di testa in tuffo. Stavolta, però, non basta, dato che la classe dello juventino e di Diogo Jota reindirizzano la gara sui binari giusti.
Tanto è bastato, però, per dire che la squadra del rivoluzionatore Luc Holtz, in carica dal 2010, c’è e potrà dare fastidio a tutti per la qualificazione. Dallo 0-0 del 2017 contro la Francia, infatti, la selezione è apparsa in continua ascesa, trovando uno spirito di squadra sempre più importante. Basandosi anche sull’estro di Gerson Rodrigues, che ha finalmente avuto la chance di mettersi in vetrina.
Le origini e un lungo viaggio
Gerson Leal Rodrigues Gouveia, più conosciuto come Gerson Rodrigues, nasce a Pragal, un paesino portoghese di poco più di 7100 abitanti. Centrocampista nettamente offensivo, gioca con disinvoltura sulla trequarti e risulta pericoloso in zona gol. Dal 2013, per quattro annate, ha inizio il suo pellegrinaggio tra serie maggiori e minori del Lussemburgo. Si parte con lo Swift Hesperange (12 presenze e 1 rete), poi il Tetange (22,4), RFCU Luxembourg (23, 3) e Fola Esch (20,3). Il 2017 è un anno cruciale per due motivi. Innanzitutto, il debutto in Nazionale, il 25 marzo, nella sconfitta per 1-3 contro la Francia, valida per le qualificazioni a Russia 2018. Inoltre, ad agosto si trasferisce in Olanda, al Telstar, squadra che milita in cadetteria.
Con 12 gettoni e 3 presenze, però, l’esperienza non dura molto e nel 2018 si sposta in Moldavia, allo Sheriff Tiraspol. Qui trova la sua dimensione e sfiora la doppia cifra, andando in rete in 8 occasioni in campionato, primo trofeo vinto in carriera. 7 apparizioni, inoltre, nelle competizioni UEFA: è il suo inizio nelle competizioni internazionali. Giramondo finito? Assolutamente no. Un anno dopo lo ingaggia il Jubilo Iwata, team giapponese, con continua a far vedere buone cose: 18 gettoni e 7 marcature, un ruolo centrale nella compagine nipponica.
Ad agosto dello stesso anno torna in Europa, nella sua squadra attuale: la Dinamo Kiev. Ad inizio stagione non è impiegato molto, tanto che viene girato in prestito in Turchia, all’Ankaragucu, squadra della capitale ottomana. Il 2020-2021 rientra in Ucraina e trova il modo di segnare il primo gol in ambito europeo. Le vittime sono Kaa Gent e AZ, contro cui la Dinamo trova la qualificazione: due centri per lui.
Una realtà in crescita
Gerson Fernandes riassume il percorso intrapreso dalla Nazionale nell’ultimo periodo: un incremento di rendimento lento, ma costante. 34 presenze e 7 reti gonfiate, di cui 3 hanno portato a delle vittorie, contro Lituania, Azerbaigian e la stessa Irlanda. Un ruolo oramai sempre più centrale, le maggiori giocate passano dai suoi piedi, mentre svaria su tutta la trequarti. Per aiutare una piccola, grande Nazione ad allontanarsi dai bassi ranghi del ranking. Dal picco più basso del 2006, il 195esimo posto, si è raggiunto ora il 98esimo: la top 100 mondiale ora è una realtà. Gerson spera che, un giorno, sia possibile una per ora remota qualificazione a un Mondiale. Il sogno di ogni bambino che osa volare.