Dopo ben cinque gare casalinghe senza vittoria in Serie A, il Milan torna a raccogliere tre punti in quel di San Siro. Una vittoria importantissima in chiave qualificazione per la Champions League, che permette di allontanare momentaneamente le tante inseguitrici. Il tifo rossonero gioisce al termine di una partita sorprendentemente equilibrata, caratterizzata da una buona conduzione della squadra di casa, contrapposta ad una eccellente organizzazione difensiva dei liguri. Complessivamente, una partita decisa in seguito a tre palle inattive, tra le quali spicca lo sfortunato autogol di Scamacca, che condanna la propria squadra alla sconfitta. Ecco l’analisi tattica di Milan-Genoa.
Primo tempo: botta e risposta
La partita inizia all’insegna del ritmo basso e dello studio, da parte di entrambe le squadre.
I diavoli detengono sin dai primi minuti i ritmi della conduzione della gara, destreggiandosi con un buon palleggio. Al contrario il Grifone si dilegua in una costante fase di contenimento: i liguri infatti, consapevoli della pericolosità del Milan tra le linee, cercano di creare densità a centrocampo, onde evitare pericolose imbucate al limite dell’area. La strategia della compagine in trasferta si rivela azzeccata, con la squadra lombarda spesso troppo poco incisiva negli ultimi venti metri.
Una resistenza rotta dal capolavoro di Ante Rebic che, con una coordinazione magistrale, insacca il pallone alle spalle di Perin. In questa occasione, poco da recriminare all’estremo difensore di Latina, probabilmente poco protetto dall’uscita in pressing troppo morbida di Ghiglione. Subito dopo la rete del vantaggio milanista, si assiste a qualche momento di sbandamento da parte del Genoa, che rischia il 2-0 solo quattro minuti dopo, con un tiro di Leao impreciso.
Nella seconda parte di primo tempo il Grifone si affaccia nella metà campo avversaria, sfruttando la fisicità di Scamacca e le incursioni esterne di Cassata da una parte e Ghiglione dall’altra. Pioli corre subito ai ripari, cercando di posizionare l’instancabile Kessié sulla mediana avversaria, così da spezzare la costruzione dal basso e ripartire con velocità.
Perseveranza, quella dei liguri, premiata dal gol del pareggio di Destro nel finale di primo tempo, lesto a sfruttare il corner perfetto di Zajc e una marcatura non attenta di Tomori. Undicesimo gol in campionato e terzo contro il Milan, una maledizione per i rossoneri.
Secondo tempo: sofferenza e vittoria del Milan
Dopo il finale di gara non brillante, il Milan entra in campo visibilmente più determinato.
Pronti, via, subito un’occasione d’oro per i lombardi. Stavolta la manovra si sviluppa sulla fascia destra, favorita da una stupenda combinazione Saelemaekers-Kalulu, con quest’ultimo che serve Rebic che, solo davanti ad una porta mezza sguarnita, la spara in curva. Conscio del cambio di giri da parte dei padroni di casa, Ballardini si gioca le carte Biraschi e Pjaca, adottando un atteggiamento più difensivo e incentrato sulle ripartenze.
Si tratta di una prima parte di secondo tempo bloccata, con ritmo basso e priva di emozioni. Dopo le occasioni di Kjaer e Calhanoglu, i rossoneri la spuntano grazie alla sfortunatissima autorete di Scamacca che, perdendo il pallone di vista, segna con la nuca nella porta sbagliata.
Il finale di gara è un continuo assedio del Genoa, con un Milan stremato. Un pareggio forse meritato da parte dei genovesi, impedito da Kjaer prima e da Tomori poi, che diventano gli angeli custodi di Pioli.
Analisi tattica Milan-Genoa: le considerazioni finali
Il Milan conferma la buona prestazione con il Parma, vincendo una partita fondamentale per il morale, oltre che per la qualificazione in Champions League. Resta molto rammarico invece tra le fila dei rossoblù, i quali avevano in pugno l’occasione di allontanare definitivamente la zona retrocessione.
Tuttavia, poco da recriminare per i genovesi, autori di un match grintoso e molto attento. Superba la preparazione tattica di Ballardini, uno dei pochi quest’anno a costringere il Milan ad un possesso palla sterile e poco produttivo. Gran lavoro di copertura di Zajc e Strootman, costretti a sacrificare la propria qualità per aiutare a chiudere le linee centrali.
Da applausi questo Milan che, nonostante la condizione fisica non ottimale, non cala di rendimento e rimane attaccato al secondo posto. Complice la sfida di Bergamo tra Atalanta e Juventus, la compagine di Pioli ha anche la motivazione di guadagnare punti su almeno una concorrente all’obiettivo della Champions League.