Sono passati quasi 12 anni. 12 anni da quando Diego Simeone, dopo un passato da calciatore nell’Atletico de Madrid (1994-1997 e 2003-2005), ha preso in mano quella che era a tutti gli effetti la seconda squadra della capitale spagnola. Con l’ex Inter e Lazio l’Atletico Madrid è diventato grande collezionando, durante questa gestione, 8 trofei, di cui la metà internazionali (2 Europa League e 2 Supercoppe Europee). Eppure, specialmente durante questa prima parte di stagione, alcuni dubbi sembrano ingigantirsi sempre di più, riguardo il suo futuro alla guida dei Colchoneros, scopriamo perché.
Atletico Madrid-Simeone: è finito il Cholismo in Europa?
Uno dei maggiori motivi per cui il Cholo Simeone sembra essere a rischio è sicuramente il fallimento ottenuto nel girone, davvero abbordabile, in Champions League.
In un girone con Porto, Bayer Leverkusen e Club Bruges, i Colchoneros hanno ottenuto solo 5 punti, sistemandosi così all’ultimo posto del girone B. Una rosa dal valore complessivo di 502 milioni di euro, progettata per essere una competitor per Liga e Champions, non può assolutamente mancare la qualificazione agli ottavi di finale, considerati anche i relativi introiti derivanti dal passaggio del turno che sono venuti meno alla società. La stessa, presidiata da Cerezo, ha operato sul mercato questa estate con molta difficoltà, riuscendo peró a consegnare al suo condottiero argentino due esterni a tutta fascia come Reguillon e Nahuel Molina, il ritorno di Antoine Griezmann e l’arrivo di un centrocampista di regia ed esperienza come Axel Witsel. Da considerare come acquisti ci sono anche i ritorni, dai rispettivi prestiti, di Alvaro Morata e Saul, che non possono che arricchire le alternative in una rosa dal talento individuale incredibile.
Atletico Madrid: per Simeone male anche in Liga
Se l’ultimo posto in un girone con squadre assolutamente alla portata potrebbe aver fatto scaturire dei forti dubbi per il proseguo del Cholo Simeone sulla panchina dell’Atletico, la situazione in campionato potrebbe essere un’aggravante. Una squadra che potenzialmente non ha nulla che invidiare a Real Madrid e Barcelona si trova ora al sesto posto, a due lunghezze dalla Real Sociedad di Algacil, che occupa il terzo posto della Liga. Nelle ultime 3 partite l’Atletico ha giocato con squadre che lottano per non retrocedere (Cadice, Mallorca ed Espanyol, in 10 dal primo tempo), portando a casa solamente un misero punto, peraltro in casa contro un avversario in inferiorità numerica. I numeri sono poco felici. Se già in Champions in 6 partite l’Atletico è riuscito a segnare solo 5 volte, subendo quasi il doppio dei gol (9), in Liga la situazione non è di certo migliore.
La fase difensiva non basta più
Se all’inizio del suo percorso a Madrid Simeone faceva dell’attenzione maniacale alla fase difensiva un suo credo principale, possiamo dire che quest’anno le cose stanno andando diversamente. L’Atletico è una squadra che, non essendo più in grado di garantire quella massima aggressività ed intensità degli anni migliori, non riesce molte volte a tenere la porta del campione sloveno Jan Oblak, inviolata. Anche contro squadre sulla carta poco inclini a segnare molto, i Colchoneros non riescono più a vincere quelle partite che anni prima avrebbero vinto senza grandi patemi. Questo perché? La prima risposta sta nel modo di giocare. Il calcio si è evoluto. Adesso quasi tutte le squadre pressano in modo diverso durante la prima impostazione, quindi per l’Atletico, che costruisce l’azione molto lentamente, è difficile iniziare la manovra offensiva e spesso è costretto a verticalizzare in maniera fin troppo prematura.
Atletico Madrid-Simeone: cosa ne sarà di questa storia?
Le idee che si sono fatte i maggiori opinionisti calcistici internazionali convergono tutte nel fatto che l’Atletico, per parco giocatori, debba trovare un nuovo tecnico capace di valorizzarne al meglio il talento. L’Atletico Madrid è una squadra che in questo decennio ha acquisito una nuova dimensione di potenza calcistica, dunque anche il livello dei giocatori si è fisiologicamente alzato. Pertanto il gioco pensato dal Cholo inizia ad essere anacronistico per questa squadra. Pesa anche l’allontanamento di Burgos, che aveva scelto il progetto tecnico dei greci dell’Aris Salonicco. Forse sarebbe anche meglio per Simeone allontanarsi dalla sua ormai comfort zone a Madrid per iniziare una nuova avventura con nuovi stimoli, che sicuramente non farà fatica a trovare.