Situazione Superlega: a che punto siamo?

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In attesa della sentenza della Corte di Giustizia europea, prevista a dicembre 2022, la situazione Superlega rende questa ancora un argomento vivo tra i presidenti dei club fondatori e i rivali di un altro organo, l’Uefa. Negli scorsi giorni c’è stato un incontro tra Andrea Agnelli e Steven Zhang dove il nuovo torneo è stato oggetto di discussione. Dall’altro lato, abbiamo ancora un Al-Khelaifi contrario che da più di un anno non smette di andare controcorrente e mandare frecciatine ai club fondatori della Superlega. Le ultime dichiarazioni del vertice del PSG sono state: “La Superlega riguardava solo chi vi partecipava e non mi sarei mai unito ad un progetto del genere”.

Il presidente arabo, inoltre, ha rimesso in evidenza anche quello che sarà il nuovo format della Champions League che avrà 4 club partecipanti in più e più partite da giocare. La motivazione per essere a favore alla nuova formula della Coppa dei Campioni, secondo sempre Al Khelaifi, è che parteciperanno anche club più piccoli. 

Superlega: il punto della situazione

La situazione Superlega è in stand by: la competizione è in attesa, così come l’Uefa, della sentenza dell’udienza svoltasi lo scorso luglio in Lussemburgo nella Corte di Giustizia Europea.

L’Uefa è accusata di monopolio dagli enti della società neonata. Ceferin invece, presidente dell’Uefa, punta il dito contro la Superlega giudicando il suo format non meritocratico. La formula iniziale prevedeva club fissi senza dare possibilità a club minori di poter partecipare.

Situazione Superlega: a che punto siamo?

Questa caratteristica è stata ritoccata, ma comunque l’Uefa non ne vuol sapere e farà di tutto per far si che la Champions e le altre competizioni dell’organo rimangano le principali.

Che succederà dopo la sentenza definitiva?

A fine anno, se sarà l’Uefa a vincere questa battaglia legale avrà il potere di impedire la realizzazione di nuovi tornei consolidando così il suo monopolio.

Eventualmente invece dovesse averla vinta la Superlega, quest’ultima non solo darà vita a nuovi tornei ma i club partecipanti riceveranno 400 milioni di euro. Così, la società con a capo Ceferin, potrebbe chiudere tornei di un certo fascino (su tutti la Champions) che finora hanno dato vita alle sfide più affascinanti ma allo stesso tempo finirebbe un monopolio che non fa entrare nelle tasche delle squadre partecipanti il giusto guadagno.

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