Gianluigi Buffon, a 45 anni, si appresta a decidere il suo futuro, decidendo cosa fare da “grande” trovandosi davanti tre porte. Per lui che le ha sempre avute alle spalle, da proteggere impedendo al pallone di violarle, non una situazione semplice.
La prima porta che ha dinanzi Buffon apre alla permanenza per un’altra stagione fino alla scadenza naturale del suo contratto nel Parma. L’obiettivo, rimanendo come giocatore, sarebbe quello di portare il club ducale in Serie A, sogno sfumato in questa stagione solo ai play-off.
La seconda porta spalanca la possibilità di un’esperienza in Arabia Saudita, per strappare un’ultima cifra da capogiro prima di appendere i guanti al chiodo. Il contratto proposto dai sauditi è un biennale da 15 milioni di euro l’anno.
La terza porta che ha davanti Buffon è quella che conduce invece all’immediato ritiro dal calcio giocato, con ingresso nella dirigenza del Parma.
Una scelta non banale quella che si trova a dover compiere Buffon. Da un lato il cuore e la volontà di portare in A in Parma; da un altro i tanti soldi in Arabia Saudita, l’ipotesi poi di dedicarsi di più alla famiglia e a una nuova avventura professionale al tempo stesso è allettante.
Cosa farà Buffon nel suo futuro? Al momento l’unica certezza tra queste ipotesi al vaglio è che il portiere non si è presentato al ritiro del Parma, prendendosi qualche altro giorno per decidere.
A pochi giorni dall’anniversario che ha reso l’Italia campione del Mondo per la quarta volta, anche Buffon, l’ultimo calciatore in attività di quel magnifico gruppo, potrebbe ritirarsi.
Il futuro di Buffon: una carriera da vincente seguendo il cuore
Buffon, portiere di Carrara classe 1978, fin dall’esordio a 17 anni in cui ferma sullo 0-0 il super-Milan degli anni ’90, fa capire al mondo di essere un giocatore speciale.
Col Parma gioca dal 1995 al 2001, si guadagna il soprannome di Superman e vince i primi trofei: Coppa Uefa, Coppa Italia e Supercoppa Italiana.
Nel 2001 passa alla Juventus, porta che difende per 16 anni ininterrottamente partecipando a pagine indelebili della storia della Juventus. Buffon coi bianconeri vince moltissimi trofei, è spesso eletto miglior portiere del campionato e conquista il record di imbattibilità tutt’ora esistente in Serie A, di 973′, nella stagione 2013/2014.
Il trofeo più bello vinto coi bianconeri a livello morale, però, è quello di essere sceso in B, da miglior portiere del mondo, nel 2006, post-Mondiale vinto e post-Calciopoli, aiutando la Juventus nella risalita.
Nel 2017 finisce la prima parentesi alla Juventus per provare al PSG dei nuovi stimoli, e la titolarità persa nei bianconeri a discapito di Szczesny. Nei parigini resta una stagione, dove vince Supercoppa di Francia e Campionato, salvo poi tornare alla Juventus.
A Torino resta altre due stagioni dove si alterna col portiere polacco, vincendo altri trofei.
Nel 2020-2021 saluta definitivamente la porta della Vecchia Signora per un’altra scelta di cuore: riportare il Parma in Serie A per chiudere il cerchio dove tutto è iniziato, impresa in cui è tutt’ora impegnato.
Buffon è poi stato anche il portiere della Nazionale per tantissimo tempo. Le sue super parate hanno fatto esultare milioni di italiani, come nel 2006, col Mondiale che legherà per sempre Gigi alla maglia azzurra.
Buffon e i due grandi rimpianti in carriera: Pallone d’Oro e Champions League
Tra i clamorosi successi e traguardi del numero 1, tra i più forti della storia del calcio, vi sono due mancanze. La prima, e più grande mancanza di Buffon, pare strano dirlo viste le finali disputate in carriera, è la Champions League.
Gigi infatti, nonostante abbia disputato molteplici finali della Coppa dalle grandi orecchie, non è mai riuscito a sollevarla coi suoi guantoni. L’ha solamente sfiorata in 3 occasioni, probabilmente nella prima in finale contro il Milan, nel 2003, c’è stata l’occasione più ghiotta. Ma a Manchester nella lotteria dei rigori, nonostante Buffon avesse disinnescato i tiri dal dischetto prima di Seedorf e poi di Kaladze, la Juventus si è inchinata al Milan.
Le altre due finali, seppur con controversi episodi arbitrali e di spogliatoio, nel 2015 col Barcellona e nel 2017 col Real Madrid, hanno visto la Juve soccombere sul campo già al 90′. Col Barcellona la partita, seppur equilibrata, ha visto i catalani imporsi con un 3-1 finale. Nel 2017 invece, col Real Madrid, dopo un primo tempo in equilibrio chiuso sull’ 1-1, la Juve ha ceduto nettamente ai Blancos. Il Real infatti nella ripresa ha dilagato imponendosi per 4-1.
L’altro rimpianto di Buffon in carriera, oltre appunto a questo della Champions, è quello del Pallone d’Oro. La possibilità maggiore di ottenerlo è stata nel 2006, col successo nel Mondiale grazie alle sue parate e la scelta di non lasciare la Juventus. In quella stagione la scelta è ricaduta su Cannavaro, fresco di passaggio al Real Madrid. Forse, a penalizzare Buffon è stato questo, o magari il suo ruolo in campo.
Nel corso della storia del calcio, infatti, solamente in un’occasione il premio del pallone d’oro è stato vinto da un portiere. Nel 1963 a ricevere il prestigioso riconoscimento è stato Lev Yashin, il ragno nero dell’URSS, poi sempre e solo giocatori di movimento.
Il futuro di Buffon, quale sarà la scelta?
In attesa della decisione di Gigi, che arriverà a giorni, la sensazione è che la scelta che arriverà sarà fatta ascoltando il proprio cuore e non gli interessi economici.
Così è sempre stato per Buffon nel corso della carriera e probabilmente sarà lo stesso anche in quest’ultima decisione che il portierone sta per affrontare.
Rimanere a Parma, in un ambiente per lui ideale, probabilmente alla fine è ciò che prevarrà nella mente e nel cuore di Buffon. L’obiettivo di riuscire a riportare i ducali in A non si è ancora concretizzato e Buffon non è uno che molla facilmente un’obiettivo.