I 5 momenti chiave del Milan di Silvio Berlusconi

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20 Febbraio 1986, Silvio Berlusconi salva il Milan dal fallimento, rilevando le quote della società e risanando il deficit economico. Da qui inizia una storia lunga 31 anni che ha riscritto le pagine del club milanese, riempiendo la bacheca con 29 trofei. Riviviamo i momenti più iconici del Milan di Berlusconi.

1. L’arrivo di Arrigo Sacchi, il primo scudetto

Coppa Italia, fase a gironi, 3 settembre 1986.

I primi appuntamenti sono quelli in Coppa Italia, il Milan ospita a San Siro il Parma comandato dal giovane allenatore Arrigo Sacchi.

La partita finì 0-1, e chissà se con un esito diverso, ora, stavamo raccontando un’altra storia, ma sappiamo che da quel momento il presidente Berlusconi si innamorò del tecnico romagnolo e già sapeva che dalla stagione 1987-1988 l’allenatore del Milan sarebbe stato Arrigo Sacchi.

Strappato all’utlimo momento dalla Fiorentina, Galliani raccontò poi successivamente:

“Quando lo chiamammo per venire a cena ad Arcore, per conoscerlo, stava andando a Firenze per assumere la direzione tecnica della Fiorentina. Lo bloccammo in autostrada, credo tra Bologna e Firenze”.

Il Milan di Sacchi è stato una delle formazioni più rivoluzionarie e più forti di sempre, guidate dal trio olandese Rijkard, Gullit e Van Basten, una macchina costruita per vincere tutto.

La formazione base era un 4-4-2 a rombo con: Giovanni Galli;Tassotti, Franco Baresi, Costacurta, Paolo Maldini; Rijkaard, Carlo Ancelotti, Donadoni, Evani;  Ruud Gullit e Marco Van Basten.

Napoli-Milan 2-3, 1 maggio 1988 la partita dello scudetto.

Dopo un’entusiasmante testa a testa il Milan trova la vittoria a Napoli che vale il sorpasso in classifica. Doppietta di Virdis e gol di Van Basten portano il Milan a vincere l’unico scudetto di Sacchi e il primo dell’era Berlusconi. Sarà l’inizio di un’era fatta di trionfi italiani ma soprattutto europei. Sacchi in seguito dirà:

“Con Berlusconi c’è stato il Rinascimento del calcio italiano e del Milan. C’era uno stile fatto di intelligenza. Un sogno”:

2. La prima Coppa dei Campioni dell’era Berlusconi

Coppa dei campioni, finale, 24 Maggio 1989.

Prima c’era il gioco del calcio, poi è arrivato il Milan. Da quel momento tutto è cambiato”. L’Equipe, dopo la vittoria per 4 a 0 sulla Steaua.

Era il 24 Maggio 1989 quando il Milan salì sul tetto d’Europa battendo 4-0 lo Steaua Bucarest a Barcellona. È la partita perfetta, quella che regala la terza champions al Milan e la prima di Silvio Berlusconi, 20 anni dopo l’ultima, con doppietta di Gullit e Van basten.

Una serata indimenticabile soprattutto grazie ai quasi 90mila spettatori in tinte rossonere che riempivano il Camp Nou. È stato il primo sigillo internazionale, che darà il via alla vittoria di altre 4 coppe dei campioni.

Il giorno dopo la gazzetta dello sport scriverà: “Così si gioca soltanto in paradiso: Van Basten-Gullit, Steaua distrutta”.

3. Terza Coppa dei Campioni, annientato il Barcellona di Johan Cruijff

Coppa dei campioni, finale, 18 Maggio 1994.

Sacchi se n’è andato ormai da tre anni, andando a sedere sulla panchina della nazionale dopo la vittoria di uno scudetto e due coppe dei campioni. Il Milan sceglie Fabio Capello iniziando un nuovo percorso, dominando il campionato di Serie A, che si aggiudica senza nessuna sconfitta, è iniziata l’era del “Milan degli invincibili”.

Nel frattempo in Europa è emersa una nuova squadra capace di minacciare la leadership della squadra milanese, il Barcellona di Johan Cruijff, vincendo la prima Champions battendo in finale la Sampdoria e che due anni dopo troverà di fronte proprio i rossoneri.

Il pronostico è totalmente sbilanciato dalla parte dei catalani, da far sentire così tranquillo l’allenatore Olandese che prima della partita si rivolse ai microfoni con queste parole:

“Le finali sono sempre state la mia specialità, la paura non so cosa sia. Non vedo proprio come possiamo perdere la Coppa dei Campioni. Se gli avversari ci segnano 3 gol, bene per lo spettacolo. Perché noi ne faremo almeno 4”.

Ben presto capirà la forza di quel Milan. Con l’assenza di Baresi-Costacurta, Capello ridisegna l’undici di partenza dando fiducia alla coppia di centrali composta da Filippo Galli e Maldini, con tassotti terzino destro e Panucci a sinistra, a centrocampo spiccano Desailly e Albertini con Boban largo a destra e Donadoni a sinistra, davanti Massaro con Savicevic.

Il Milan gioca alla perfezione chiudendo il primo tempo sul risultato di 2-0 grazie alla doppietta di Massaro, per poi chiudere i conti nella ripresa grazie ai gol di Savicevic e Desailly.

È l’apoteosi del calcio italiano, con Capello che ad Atene vive una delle sue serate più belle in carriera. Conquistando così la quinta Champions League.

4. Il Milan di Carlo Ancelotti

Dopo anni di alti e bassi grazie anche alla Juventus di Lippi che è riuscita a spezzare il dominio rossonero, nel 2001 approda sulla panchina del Milan l’ex centrocampista rossonero, Carlo Ancelotti. Con campioni del calibro di Maldin,  Nesta, Pirlo Seedorf, Rivaldo, Shevchenko, Inzaghi e… Kakà, Sarà una delle ere più ricche di soddisfazioni dell’era Berlusconi, i tifosi rossoneri probabilmente ricorderanno quegli anni come i più belli del nuovo millennio.

I 5 momenti chiave del Milan di Silvio Berlusconi

Manchester è italiana

Il 28 Maggio 2003 a otto anni di distanza dall’ultima finale champions, il Milan la ritrova incontrando la sua rivale storica, la Juventus. Diventando così la prima finale italiana della storia.

La partita è tattica e si conclude con uno 0-0 anche dopo i tempi supplementari, si va così ai calci di rigore.

“Shevchenko guarda Merkel quattro volte, parte e mette la palla alla sinistra di Buffon, che si tuffa a destra” .

Il Milan vince la Champions League per la sesta volta nella sua storia.

Milan-Liverpool 3-0, 2 maggio 2007.

Era sempre più diffuso il pensiero che il Milan fosse una squadra più europea che Italiana. Vincendo nell’era Ancellottiana un solo scudetto ma due Champions League, perdendo anche la famosa finale di Instanbul nel 2005.

I tifosi così coltivarono un senso di vendetta, che arrivò solamente due anni più tardi ad Atene.

I rossoneri non sbagliarono e dopo la doppietta del solito Pippo Inzaghi vinsero per 2-1 e festeggiarono la settima Champions League.

5. La fine dell’era Berlusconi

Silvio Berlusconi coltiva l’intenzione di cedere la società, dopo lunghe trattative nel 2017 arriva il closing che segna la fine dell’era d’oro del Milan sotto Silvio Berlusconi e il passaggio ad una società cinese.

Scrive in una lettera il presidente:

“Ancora grazie a tutti. Lascio oggi, dopo più di 30 anni, la titolarità e la carica di presidente dell’A.C. Milan. Lo faccio con dolore e commozione, ma con la consapevolezza che il calcio moderno, per competere ai massimi livelli necessita di investimenti e risorse che una singola famiglia non è più in grado di sostenere… […]”. 

La presidenza di Silvio Berlusconi è stata una delle più vincenti della storia, in questi 31 anni il Milan è stato un esempio, scrivendo la storia del calcio mondiale. Il ricco palmarès del presidente Berlusconi vede: 8 scudetti, 1 Coppa Italia, 7 Supercoppe Italiane, 5 Champions League, 2 Coppe intercontinentali, 1 Mondiale per club FIFA e 5 Supercoppe europee.

“Tutte le cose di cui mi occupo sono profane, ma il Milan è sacro”.

Silvio Berlusconi.

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