Luca Toni: due parole per identificare un bomber di provincia divenuto capocannoniere della Serie A, Scarpa d’Oro e campione del mondo, tutto nello stesso anno, il 2006. Un escalation che parte dieci anni prima, quando l’attaccante originario di Pavullo nel Frignano esordisce in Serie B con l’Empoli, dopo essere cresciuto nelle giovanili del Modena. In seguito a una serie di esperienze in Serie C tra Fiorenzuola e Lodigiani, torna in cadetteria e con la maglia del Treviso realizza 15 reti nella stagione 1999/2000. Un vizio, quello del gol, che da lì in poi sarebbe stato un compagno fisso di Toni.
Dopo la costante crescita tra Vicenza e Brescia, arriva l’anno della svolta, il 2004, quando incanta ed esalta i tifosi dello stadio Renzo Barbera di Palermo con i suoi 30 sigilli stagionali, che garantiscono ai rosanero il ritorno in Serie A dopo ben 31 anni. E oltre al gol, anche la doppia cifra diventa compagna inseparabile di Toni nei campionati che contano, in particolare, per l’appunto, l’anno di grazia 2006, quando con la Fiorentina allenata da Cesare Prandelli, coinvolta anch’essa poi nello scandalo Calciopoli, ottiene il succitato titolo di capocannoniere nonché Scarpa d’Oro con 31 marcature. Un prestigioso riconoscimento individuale mai raggiunto da nessun italiano prima di allora, ed eguagliato da Francesco Totti l’anno successivo e Ciro Immobile la scorsa stagione.
Nel 2007 emigra in Bundesliga, al Bayern Monaco, dove, nel segno della continuità e in compagnia di due campioni come Franck Ribery e Miroslav Klose fa innamorare anche i tifosi bavaresi, in campo con 58 reti, due campionati e due Coppe di Germania in due stagioni e mezzo, divenendo l’unico italiano nella storia del club a vincere anche il titolo, tanto per cambiare, di capocannoniere, sia in campionato che nell’ex Coppa Uefa. Dopo una fase leggermente calante tra Roma, Juventus, Al-Nasr e di nuovo Fiorentina, l’ultimo “canto del cigno” avviene a Verona, in maglia Hellas, dove dopo una stagione con 20 reti e la salvezza degli scaligeri, si regala nel 2015 un altro titolo di capocannoniere con 22 segnature, alla pari dell’interista Mauro Icardi. Una carriera, come direbbe il folkloristico tormentone di Matze Knop, da “Numero 1”.
L’esperienza di Luca Toni nel Mondiale 2006
Statisticamente parlando, l’esperienza del Mondiale di Germania 2006 conferma il dna di bomber di Toni, nonostante tutto. Il numero 9 azzurro, infatti, segna stranamente solo 2 marcature nella competizione, entrambe in occasione del rotondo 3-0 inflitto all’Ucraina ai quarti di finale, ma si conferma anche con l’Italia capocannoniere, anche se solo della squadra, alla pari con Marco Materazzi. Nel complesso, tuttavia, anche l’ariete modenese ha sempre garantito un contributo importante anche nel far segnare i propri compagni e garantendo sponda e centimetri essenziali per mettere in difficoltà le difese avversarie. In particolare, col suo carattere solare ma allo stesso tempo determinato, è stato determinante dentro e fuori dal campo in quel gruppo compatto e deciso a far bene dopo le vicende che stavano sconvolgendo il calcio italiano in seguito alla succitata inchiesta su Calciopoli. In altre parole, una sorta di bis rispetto a quanto accaduto nel 1982, con lo stesso risultato.
Un’esperienza difficile e tormentata all’inizio, ma compensata dalla immensa e impareggiabile soddisfazione finale, come ricordato dallo stesso Toni, in un’intervista rilasciata nel 2019: “Segreti? Eravamo un gruppo di amici, tutti giocatori al top, in una età giusta, con un grande allenatore. Siamo partiti tra mille problemi, era esplosa Calciopoli, molti politici non volevano neanche che andassimo al Mondiale, poi siamo tornati con le frecce tricolore che ci aspettavano a Roma. La cosa più bella era vedere il crescendo di gente davanti all’albergo. All’inizio ce ne erano tre o quattro, dopo la semifinale con la Germania ce ne erano diecimila. Noi eravamo blindati in questo albergo, sentivamo casa, gli amici, ma solo quando siamo ritornati a Roma ci siamo accorti dell’entusiasmo che c’era nel nostro Paese“. In particolare, sulla notte di Berlino, inevitabilmente, ha confessato: “Ho dormito poco, è stata una notte magica, fantastica, se ci ripenso ho i brividi”.
Situazione attuale
Dopo aver appeso gli scarpini al chiodo, a differenza di altri suoi compagni della vittoriosa spedizione tedesca, come ad esempio Fabio Grosso, che hanno intrapreso la carriera da allenatore, Luca Toni sembrava aver deciso di iniziare una nuova vita da dirigente, almeno inizialmente. Proprio all’Hellas Verona svolge la funzione di consulente del club, tornando tuttavia sui propri passi dopo appena un anno. Successivamente, infatti, inizia proprio il percorso di abilitazione ad allenare, che culmina lo scorso settembre col conseguimento del titolo di allenatore professionista di Prima Categoria – UEFA Pro.
Nel frattempo, oltre a diverse apparizioni da opinionista tra Mediaset e Rai, l’uomo dietro il calciatore porta avanti una bella vita da marito della modella Marta Cecchetto, sposata nel 2017 dopo 14 anni di fidanzamento e convivenza, nonché padre di due bambini, Bianca e Leonardo, dopo aver superato il trauma di un primo figlio purtroppo nato morto nel 2012. Citando Luciano Spalletti, anche per Toni vale la massima: “Uomini forti, destini forti”, in attesa che, dopo averlo ampiamente dimostrato da calciatore, possa presto affermarsi anche in panchina, intraprendendo una nuova, importante e appassionante sfida a distanza con i compagni di sempre.