Appena 7 anni, ma la maturità – e la caparbietà – di un adulto. Questa è la storia di Olivia, bimba di Trastevere a cui è stato negato di giocare a calcio in un campo sportivo, perché femmina. Il suo appello ha fatto il giro del web e ha indignato l’Italia, mobilitando la nazionale femminile di calcio, pronta ad aiutarla per farle realizzare il suo sogno. Quello di giocare, semplicemente, a calcio come tutti gli altri.
Olivia lancia il suo messaggio: ora può giocare a calcio
Una sua lettera, insieme ad una foto – che la ritrae al di fuori di un campetto mentre guarda gli altri giocare – sono bastate per far “scendere in campo” molte professioniste del calcio femminile. La vicenda è avvenuta in un centro sportivo di Trastevere, un rione di Roma, e ha visto coinvolti una bimba di 7 anni, di nome Olivia, e i suoi genitori i quali hanno lanciato un appello sui social dopo che la bambina è stata esclusa dal centro sportivo di calcio perché “unica femmina”. Non è assolutamente giusto che una bambina non possa giocare a calcio.
Questo avvenimento ha indignato tutti ma, fortunatamente, si è risolto per il meglio, grazie anche all’intervento delle calciatrici di club di Serie A e nazionale femminili, le quali si sono mobilitate per incoraggiare la bambina e darle forza, in vista di una soluzione. Tante le calciatrici che hanno risposto all’appello dei genitori; da Alice Guagni a Federica Di Criscio ed Eleonora Goldoni. La soluzione è poi arrivata grazie ad un altro centro sportivo di Roma, che permetterà – come da regolamento – ad Olivia di poter partecipare agli allenamenti e alle attività di calcio in modalità mista fino ai 14 anni, età in cui – qualora volesse continuare – sarà libera di scegliere se iscriversi in un gruppo femminile o meno.
La bimba ha così lanciato un forte messaggio, ottenendo quello che è un diritto per lei e per tutte le altre bambine: poter praticare uno sport che amano. Oggi, il mondo del calcio, ha vinto ancora una volta.