Dopo alcune settimane di pausa estiva, finalmente la rubrica targata 11contro11 dedicata alle Vecchie Glorie del nostro calcio è tornata. Dopo aver parlato di Bernardo Corradi e di Francesco Flachi, oggi vogliamo presentarvi la storia di un uomo che ha fatto la storia del calcio italiano, che ha sofferto a causa di un brutto male e che, proprio quest’estate, è stato uno dei protagonisti della vittoria italiana ad Euro2021: Gianluca Vialli.
Il classe ’64 è uno dei più grandi attaccanti italiani della storia. In passato è stato soprannominato Stradivialli da Gianni Brera (nome che ricorda molto la marca di violini più prestigiosi del mondo: gli Stradivari). Oltre ad essere un goleador letale, Gianluca Vialli, in campo, era anche un leader carismatico, un trascinatore ed un punto di riferimento per i compagni. Numerosi sono stati i titoli di capocannoniere vinti dal nativo di Cremona: su tutti quello della Serie A 1990-1991 e quello della Coppa Italia 1988-1989, con annesso record di reti (13).
Oltre ad essere stato un grandissimo atleta, negli anni, Vialli dimostra di essere anche un grande uomo. Nel 2017, per la prima volta, gli viene diagnosticato un brutto male, che però non lo ferma del tutto. Il nativo di Cremona lotta come un leone e, dopo mesi difficili, riesce a sconfiggerlo. Nel marzo del 2019, tuttavia, il tumore al pancreas ritorna, ma, anche stavolta, dopo nove lunghi mesi, viene sconfitto dall’ex-calciatore.
La carriera di Gianluca Vialli
Gianluca Vialli nasce a Cremona, il 9 Luglio 1964. Fin dall’infanzia vive una vita agiata, essendo il quinto figlio di una famiglia benestante di origine trentina. I primi approcci con il mondo del calcio sono quelli vissuti all’oratorio Cristo Re della città lombarda. In realtà, all’interno della squadra rimarrà davvero poco, perché il Pizzighettone lo punta e, successivamente, lo ingaggia.
La Cremonese e l’approdo in Serie A
Per 500.000 lire, la Cremonese strappa il ragazzo al Pizzighettone e, Vialli, passa nel vivaio del club militante in Serie C1. Guido Settembrino lo allenerà nel settore giovanile dei grigiorossi, fino a farlo esordire nel calcio dei grandi. Durante la stagione 1980-1981, Gianluca Vialli scende in campo, in due occasioni, in C1.
Il 27 Settembre 1981, invece, esordisce in Serie B, durante la sfida con la Sambenedettese. In totale, con la maglia dei lombardi, il classe ’64 disputerà quattro campionati, collezionando 105 presenze e 23 gol. Nell’arco dell’annata 1983-1984, poi, s’impone come ala tornante, sotto la guida di Emiliano Mondonico, realizzando 10 gol e trascinando la Cremonese in Serie A, 54 anni dopo la sua ultima apparizione.
Il passaggio alla Sampdoria e le grandi vittorie
Nell’estate del 1984, Gianluca Vialli viene ingaggiato dalla Sampdoria. Il 16 Settembre successivo compie il proprio esordio in Serie A e, tre mesi dopo, segna anche la sua prima rete. A fine anno, il ragazzo vincerà il primo trofeo della propria carriera: la Coppa Italia, segnando anche una rete nella finale di ritorno contro il Milan.
Grazie alla vittoria in Coppa Italia, nel 1985-1986, il classe ’64 esordisce in Coppa delle Coppe, una delle competizioni che, negli anni a venire, darà più soddisfazioni al centravanti italiano. Per i primi due anni, tuttavia, il feeling con la piazza non è dei migliori: Eugenio Bersellini lo alterna tra fascia e area di rigore, non trovando la collocazione più adatta per le sue caratteristiche.
All’inizio dell’annata 1986-1987, però, arriva a Genova Vujadin Boskov, il tecnico che sarà l’artefice di tutti i trionfi blucerchiati di quegli anni. L’allenatore jugoslavo sposta Gianluca Vialli nel ruolo di prima punta, affiancandolo a Roberto Mancini. I due, insieme, andranno a formare una delle coppie più iconiche del nostro calcio, integrandosi alla perfezione e venendo nominati anche come “i gemelli del gol”.
Il tandem simbolo dell’epoca più gloriosa della storia doriana ingrana le marce alte e, fin dal 1987-1988, colleziona successi e trofei. Vialli, sia nell’87-’88 che nell’88-’89 solleva al cielo la Coppa Italia, laureandosi anche capocannoniere nella seconda delle due. Il 6 Ottobre 1988, poi, realizza il primo gol nelle Coppe Europee, il quale coincide con la 100a realizzazione della propria carriera.
L’era Boskov e gli emozionanti trionfi
Il secondo triennio blucerchiato agli ordini di Boskov è davvero entusiasmante ed emozionante. Nel 1989-1990 la Sampdoria vince la Coppa delle Coppe, con Gianluca Vialli che si laurea capocannoniere della competizione grazie ai suoi 7 gol, due dei quali realizzati in finale contro il Göteborg. Prima dell’inizio della stagione, i senatori dello spogliatoio avevano stipulato il cosiddetto Patto di Ferro, secondo il quale nessuno avrebbe abbandonato il club finché non avesse raggiunto l’obiettivo dello Scudetto.
Nel 1990-1991, dopo cinque anni di tentativi reiterati, Gianluca Vialli e compagni vincono davvero il Tricolore, primo ed unico nella storia della compagine ligure. Il nativo di Cremona, inoltre, è il capocannoniere della competizione nostrana, con 19 gol all’attivo. L’anno successivo, grazie al grande feeling tra Vialli e Mancini, la Sampdoria arriva in finale di Coppa dei Campioni. Purtroppo, però, nell’atto conclusivo di Wembley contro il Barcellona, Boskov e i suoi ragazzi devono arrendersi alla punizione di Ronald Koeman, che siglerà il definitivo 1-0.
Gianluca Vialli alla Juventus: la vittoria della Champions League
Alla fine della stagione ’91-’92, la Sampdoria cede Gianluca Vialli alla Juventus per 40 miliardi di lire. Questa sarà la cifra più alta mai registrata per un trasferimento, almeno fino ad allora. Il n°9, arrivato a Torino, si trova a condividere lo spogliatoio con altri due grandi attaccanti: Roberto Baggio e Fabrizio Ravanelli.
Il primo biennio juventino, sotto i dettami tattici di Trapattoni, non è luminoso per Vialli. Molti sono gli infortuni che lo frenano, pochi i gol realizzati e anche il collocamento in campo non è dei migliori. In due anni, il centravanti realizza solamente 17 reti e serve 3 assist. Dal luglio del 1994, tuttavia, la situazione si stravolge: Marcello Lippi diventa il nuovo allenatore e Vialli viene tacitamente eletto a vero leader della formazione bianconera.
Nel 1994-1995 il centravanti vincerà il suo secondo Scudetto, affiancato anche dal successo in Coppa Italia; nel 1995-1996, invece, è il capitano del club ed ottiene il trionfo più atteso di tutti: quello in Champions League. Oltre alla Supercoppa Italiana, infatti, nella finale di Roma contro l’Ajax, la Juventus si impone 4-2 dopo i tiri dal dischetto, facendo entrare Vialli nella ristretta cerchia dei giocatori vincitori di tutte e tre le competizioni UEFA stagionali (primo tra gli attaccanti a riuscirci).
La parentesi londinese e il ritiro dal calcio giocato
In seguito alla finale di Champions League e alla sentenza Bosman, che impedisce alle varie leghe continentali di porre un tetto al numero di stranieri, Gianluca Vialli, da svincolato, si accasa al Chelsea. Nel 1996, oltre a lui, sbarcano in terra inglese anche Roberto Di Matteo e Gianfranco Zola. Nell’anno d’esordio, il classe ’64 vince l’FA Cup. Quella del ’97-’98, però, è un’annata caratterizzata dai conflitti con il player manager Ruud Gullit; nel febbraio del 1998, in modo incredibile, il presidente Ken Bates licenzia l’olandese e, altrettanto inaspettatamente, elegge Vialli come nuovo player manager.
La squadra, da quel momento, inizia a carburare e, a fine stagione, vince sia la Football League Cup che la Coppa delle Coppe, la seconda della carriera per Gianluca Vialli. L’anno successivo (1998-1999) è l’ultimo per il “9” italiano. L’inizio è incredibile, dato che il Chelsea, da sfavorito, vince la Supercoppa UEFA contro il Real Madrid. In campionato i Blues perdono solo tre gare, ma devono accontentarsi di arrivare alle spalle di un incredibile Manchester United. In campo internazionale, invece, riescono a difendersi egregiamente, perdendo solamente la semifinale in Coppa delle Coppe.
Alla fine della stagione, essendosi già cimentato in qualche ruolo dirigenziale ed extra-campo, decide di appendere le scarpe al chiodo e di dare l’addio al calcio giocato.
Gianluca Vialli e la Nazionale italiana
L’esperienza con la maglia azzurra, per Gianluca Vialli inizia con l’Under-21. In 21 apparizioni il cremonese realizza ben 11 reti, laureandosi anche capocannoniere dell’europeo di categoria del 1986. Azeglio Vicini, suo CT, è il primo a comprenderne le doti offensive, schierandolo da punta centrale.
Il 16 Novembre 1985, invece, esordisce con la Nazionale maggiore, in occasione della sfida contro la Polonia. L’anno successivo, nel 1986, viene convocato per il Mondiale in Messico, anche se, all’interno del gruppo, risulterà essere la riserva di Bruno Conti, da tornante di fascia destra, non propriamente il suo ruolo migliore. Vialli giocherà tutt’e quattro le gare della nostra rappresentativa, ma non riuscirà ad incidere.
Azeglio Vicini e le conferme in campo internazionale
Con il cambio di conduzione tecnica, Azeglio Vicini diventa il nuovo mister dell’Italia. Vialli viene spostato al fianco di Altobelli, diventando un tassello fondamentale per gli Azzurri. Il 24 Gennaio 1987 realizza la prima rete con la Nazionale. Nel percorso di avvicendamento ad Euro1988, il centravanti realizza la decisiva doppietta nella gara di qualificazione contro la Svezia.
All’interno del torneo, poi, gioca da titolare e segna anche un gol contro la Spagna, durante il primo turno. Nella semifinale persa contro l’Unione Sovietica, invece, non brilla, ma malgrado tutto, viene inserito nella Top-11 della manifestazione.
Il 26 Aprile 1989 scende in campo per la prima volta indossando la fascia da capitano. Nel 1990, invece, è impiegato nella fase finale del torneo Mondiale. Nel ruolo di rifinitore, Vialli riesce ad innescare ottimamente Salvatore Schillaci ma non riesce ad andare in gol. Non impiegato nella Finalina, il n°9 inizierà un periodo di lontananza dai colori azzurri.
Alla fine del 1991-1992, quando sta per sollevare lo Scudetto e la Coppa Italia con la Sampdoria, viene richiamato in Nazionale: è il 1° Maggio 1991. In quest’occasione, il classe ’64 segnerà un gol e fallirà anche un calcio di rigore. Alla fine del 1992, con Arrigo Sacchi nuovo CT della rappresentativa, Vialli subisce la concorrenza di Casiraghi e di Signori, venendo lasciato un po’ ai margini del progetto nostrano.
Il 19 Dicembre 1992, quindi, nella gara di qualificazione al Mondiale del 1992 contro Malta, segnando anche una rete, il nativo di Cremona fa registrare la sua ultima apparizione con la casacca dell’Italia. È così che si chiude un’esperienza lunga 59 partite e che ha regalato al nostro paese ben 16 marcature.
Considerazioni finali su Gianluca Vialli
Indubbiamente la storia di Gianluca Vialli è altisonante ed anche molto commovente. In 667 presenze, il centravanti ha realizzato ben 257 gol, grazie ai quali si è candidato per un posto all’interno dell’elite del calcio (non solo italiano). In 19 anni di carriera, il ragazzo cremonese ha sollevato al cielo tutti i trofei che un calciatore può sognare di vincere. Le cinque coppe internazionali (e soprattutto la Champions League del 1996) rappresentano un grande motivo d’orgoglio, per uno dei numeri 9 più forti della nostra storia.
Anche dopo l’addio al calcio giocato, il goleador di Sampdoria e Juventus ha saputo reinventarsi. Il ruolo da tecnico, quello da opinionista ed anche quello da allenatore in seconda sono solo tre delle occupazioni che Gianluca Vialli ha saputo ricoprire egregiamente.
La malattia che lo ha colpito per ben due volte, nel 2017 e nel 2019, è stata maestra di vita, non solo per l’ex-Cremonese. Gianluca Vialli ha fronteggiato il tumore con coraggio e con caparbietà, così come aveva affrontato, in campo, anche gli avversari più ostici. Il n°9 blucerchiato ha dato una prova di forza a tutti coloro che ne hanno seguito le vicende, diventando anche un simbolo nella lotta al cancro.
Oltre a quella da calciatore, possiamo affermare di aver assistito ad una storia di vita avvincente e stupefacente, di un uomo che è riuscito più volte ad adattarsi per emergere e per dimostrare a tutti il proprio valore. La vittoria dell’Europeo di quest’estate è stata la ciliegina sulla torta della vita di Gianluca Vialli. Anche alla soglia dei 60 anni, il bomber lombardo ha manifestato, ancora una volta, tutta il proprio desiderio di combattere e di lottare per superare ogni ostacolo.