Borussia Dortmund-Real Madrid (0-2): analisi tattica e considerazioni

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Borussia Dortmund-Real Madrid (0-2): analisi tattica e considerazioni

Il Real Madrid vince la sua quindicesima Champions League superando il Borussia Dortmund nella finale di Wembley, di cui a breve andremo a svolgere l’analisi tattica. Un successo ottenuto alla maniera di Carlo Ancelotti, con un primo tempo di grande sofferenza in cui i tedeschi non sono riusciti a concretizzare alcune occasioni, e una ripresa di ben altro spessore. Decidono Carvajal con un colpo di testa e il solito Vinicius a distanza di meno di 10 minuti, tra il 74′ e l’83’. Armati di resilienza e cinismo, i Blancos scrivono un’altra pagina della storia di questa competizione, assieme al loro condottiero, sempre più sovrano inamovibile del Continente. Andiamo allora a ripercorrere la storia di questa finale tra Borussia Dortmund e Real Madrid per individuare gli elementi-chiave sotto il profilo dell’analisi tattica. Non prima, però, di aver dato un’occhiata alle formazioni schierate dai due allenatori. 

Real Borussia Dortmund-Real Madrid (0-2): analisi tattica e considerazioni

Terzić si affida al 4-2-3-1. Tra i pali Kobel, linea difensiva guidata da Hummels, affiancato da Schlotterbeck, con Maatsen e Ryerson sugli esterni. In mezzo al campo, regnano la solidità e il dinamismo di Can e Sabitzer, mentre a supporto dell’unica punta Füllkrug agisce il tridente formato da Adeyemi, Brandt e Sancho.

Ancelotti risponde col 4-3-1-2. In porta torna Courtois, retroguardia formata dalla coppia centrale Nacho e Rüdiger e dai terzini Mendy e Carvajal. Camavinga in cabina di regia con Kroos e Valverde ai suoi lati. Davanti, la coppia brasiliana con Vinicius e Rodrygo, assistiti alle spalle da Bellingham.

Analisi tattica Borussia Dortmund-Real Madrid, primo tempo: i tedeschi giocano meglio

Il copione dell’analisi tattica di Borussia Dortmund-Real Madrid ci presenta una partita in cui le individualità e i duelli nelle varie zone di campo hanno si una certa importanza, ma a fare veramente la differenza è la scelta del piano organizzato dai due tecnici.

Il Real, che sembra partire con le idee abbastanza chiare, in fase di possesso costruisce con la difesa a 3. Kroos si schiaccia sulla linea dei difensori, agendo sul centro-sinistra, mentre i terzini alzano leggermente la propria posizione, in modo particolare Carvajal sulla destra. Davanti, invece, Vinicius parte largo a sinistra, Valverde dalla parte opposta, Rodrygo fa la prima punta e Bellingham gli gioca alle spalle.

L’uscita è sempre proiettata sulla corsia mancina, dove Vinicius sollecita incessantemente nell’uno contro uno Ryerson. Il norvegese ha il suo bel da farsi ed è anche grazie ai continui raddoppi di Hummels che il brasiliano non va oltre qualche sgasata sopra le righe.

Hummels Borussia Dortmund-Real Madrid (0-2): analisi tattica e considerazioni

L’ago della bussola offensiva di Ancelotti, però, non pende unicamente dalla parte sinistra. Qui viene spesso a posizionarsi anche Bellingham, con inevitabile aumento della densità di giocatori tedeschi. È a questo punto che il Real, per dare respiro alla manovra, esplora la fascia opposta con opportuni cambi di gioco volti a sfruttare la superiorità numerica che Carvajal e Valverde hanno contro il solo Maatsen.

Se da un lato, dunque, gli spagnoli non fanno troppa fatica ad assumere il dominio territoriale e del possesso, dall’altro non riescono assolutamente a trovare varchi nella difesa tedesca, sempre compatta, con i reparti vicini e bassa per impedire imbucate e non concedere profondità.

Esattamente ciò che non avviene a fronte ribaltato.

La tattica del Borussia Dortmund

La squadra di Terzić non si cura troppo di avere per tanto tempo il pallone tra i piedi, quanto piuttosto di attaccare bene gli spazi. A differenza dei tedeschi, il Real tiene il baricentro molto alto, con la linea difensiva a pochi metri della metà campo. Grazie ai movimenti senza palla e all’attacco della profondità con i suoi velocisti, il Borussia riesce più volte a penetrare nella retroguardia madrilena, presentandosi minacciosamente davanti a Courtois in un paio di occasioni.

Gli uomini per attaccare la vulnerabilità centrale madrilena sono Sabitzer, con i suoi inserimenti alle spalle di Mendy, che esce sempre molto alto su Sancho quando questi si abbassa per aiutare la manovra. Oppure Adeyemi, con la sua straordinaria e inarrestabile velocità, bravo a tagliare internamente prendendo d’infilata Rüdiger e Nacho. O, ancora, lo stesso Füllkrug, che si muove tra le linee beneficiando della posizione più arretrata di Brandt, che si nasconde ai centrocampisti Blancos per poter poi verticalizzare sulla trequarti.

Sabitzer Borussia Dortmund-Real Madrid (0-2): analisi tattica e considerazioni

Sia grazie alla pericolosità generata dalle ripartenze, sia per merito di una disposizione tattica encomiabile, il Borussia Dortmund, nella seconda metà del tempo, riesce a prendere possesso della gara ai danni di un Real Madrid in grande difficoltà. Gli uomini di Ancelotti, nonostante i continui scambi di posizioni, non trovano modo di innescare Bellingham e Rodrygo e anche il palleggio si fa via via più lento, sterile e prevedibile. Camavinga viene ingabbiato nel triangolo formato da Füllkrug (che esce sul primo portatore), Sabitzer e Brandt (che si alternano nell’uscita sui braccetti e nel tamponamento in seconda battuta sul metronomo francese). Contro questa pressione, Valverde o lo stesso fantasista inglese sono costretti ad abbassare il proprio raggio d’azione, prima d’imbattersi in un’altra muraglia giallonera. 

Per fruttare ulteriormente gli spazi concessi dal Real, a metà tempo Terzić passa ad una costruzione a 3, con Emre Can che si schiaccia tra i centrali, Ryerson alto e Maatsen a fare il play aggiunto assieme a Sabitzer. Nonostante il dominio tattico e tecnico della partita, però, il Borussia commette il grave errore di non infliggere colpi al Real.

Analisi tattica Borussia Dortmund-Real Madrid, secondo tempo: la vincono i Blancos

Nella ripresa, il Real Madrid prova a intraprendere con un piglio diverso rispetto a come ha affrontato il Borussia Dortmund nella prima frazione, con qualche variazione nell’analisi tattica. La squadra di Ancelotti porta più uomini negli ultimi 20 metri. In particolare, Camavinga alza il proprio raggio d’azione, fungendo in pratica da mezz’ala sinistra con compiti di inserimento, mentre Kroos si piazza davanti alla difesa. Il francese finisce a giocare praticamente sulla stessa linea di Bellingham e i due riempiono l’area di rigore, verso la quale arrivano stabilmente sempre più cross. Dalla sinistra col solito scatenato Vinicius. Dalla destra, invece, con Carvajal, che agisce da ala, mentre Valverde scala in mediana accanto al tedesco.

Nonostante un maggiore volume di gioco, i tedeschi continuano a resistere senza troppi affanni e a cercare sortite in contropiede. In special modo perlustrando la zona sinistra con Adeyemi, che può puntare la difesa sfruttando l’assenza di Carvajal. Anche in questo caso, però, la pericolosità va scemando perché, imparata la lezione dei primi 45 minuti, il Real comincia a difendersi più basso. Rinuncia ad aggredire in avanti e lascia il palleggio agli uomini di Terzić cercando di non concedere varchi centralmente.

Al minuto 72, il tecnico tedesco opera la prima sostituzione del match. Fuori, un po’ a sorpresa, proprio Adeyemi e dentro Reus, che va a collocarsi sulla destra. Sancho, invece, passa a sinistra. Neanche il tempo di assestarsi, però, che il Real colpisce. È il 74′ e sugli sviluppi di un corner, battuto come sempre magistralmente da Kroos, Carvajal anticipa tutti e trova un gran gol incrociando di testa.

Carvajal Borussia Dortmund-Real Madrid (0-2): analisi tattica e considerazioni

Il Dortmund soccombe in preda alla confusione

Il gol subito manda i tedeschi in sbandata totale. In primis, da un punto di vista strettamente tattico, perché saltano le distanze, la squadra si allunga e concede maggiore spazio al Real per far male con la sua immensa qualità, con la velocità di Vinicius e gli inserimenti di un Camavinga, sempre estremamente libero di agire. Terzić rompe gli indugi e sbilancia ulteriormente i suoi. Al minuto 80, manda dentro Malen e Haller per Can e Brandt, passando ad un 4-4-2 a trazione decisamente anteriore con Reus che arretra da interno di centrocampo.

Il Dortmund, però, sta abbandonando la partita anche sotto il profilo mentale. All’83’, Maatsen commette un follia, passando la palla in uscita direttamente sui piedi di Bellingham al limite dell’area. Per l’inglese è un gioco da ragazzi mandare in porta Vinicius che, con un sinistro sporco, indirizza la palla sul palo lontano e fa calare il sipario sulla finale.

Vinicius Borussia Dortmund-Real Madrid (0-2): analisi tattica e considerazioni

Col punteggio in ghiaccio, anche Ancelotti ridisegna i suoi ricorrendo ai cambi. Prima entrano Joselu e Modrić per lo stesso Bellingham e Kroos. Poi, al 90′, c’è spazio anche per Militão, che rileva Rodrygo. Il Real chiude così con la difesa a 3 e davanti Vazquez (entrato al 94′ per Vinicius) assieme al centravanti spagnolo. Terzić, invece, si gioca anche la carta Bynoe-Gittens per Sancho per ridare un po’ di vivacità alla corsia di destra. L’impegno non basta e il Real porta a casa la Champions League numero 15 della sua storia.

Borussia Dortmund-Real Madrid, le considerazioni finali

Concludiamo questa nostra analisi tattica di Borussia Dortmund-Real Madrid con qualche riflessione. 

I Blancos, in maniera ridondante e quasi pleonastica, si aggiudicano questo ennesimo trofeo europeo mantenendo la coerenza di quell’identità che Carlo Ancelotti ha dato loro. Ancora una volta, i madrileni si sono ritrovati a vivere all’interno della partita momenti difficili, in cui hanno vacillato a tratti paurosamente. Poi, però, hanno avuto (ancora) ragione loro, riuscendo dove gli avversari hanno fallito: far gol. Perché questa è l’essenza del calcio e questo è il tratto distintivo del Real Madrid. Un’essenzialità disarmante e una capacità incredibile di soffrire e mordere.

Ciononostante, va reso onore al Borussia, forse in debito con gli dèi del calcio dopo la semifinale col PSG, che ce l’ha messa tutta. Tuttavia, se non colpisci il bulldozer Blanco, che già non va a terra tanto facilmente, quando ne hai occasione allora devi solo prepararti a un destino già scritto.

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